10 febbraio 1852

By 10 Febbraio 2025Novembre 30th, 2025Diario turco - Seconda parte

10 Febbraio [1852] Martedì-

Mi si annunzia bel tempo- partiamo alle 8,30 – Ritroviamo il medesimo piano di ieri,  che fu interrotto dal villaggio, e sua picciola valle . Si lascia a mano manca il villaggio di Ciryles; poco dopo a mano diritta un altro piccolo villaggio ove beviamo un caffé. Si chiama Balabaulen- All’escire da quello si entra in mezzo a due file di piccioli rialzi di terra, che sembrano piutosto fortificazioni dell’arte che opera della natura- Dopo alquanto girare si ascende uno di questi monticelli, e si giunge in un un altro piano simile ai due di cui ho già parlato- Il terreno però va leggermente innalzandosi innanzi a noi e ci toglie la vista dell’orizzonte. Giunti al termine del piano, vediamo secondo il solito a nostri piedi aprirsi una bellissima valle ed altissimi monti innalzarsi dirimpetto a noi. Fra due di questi, si inoltra la stessa valle- Entriamo in essa- Va stringendosi sempre più- Dopo un ora di cammino si giunge a un Dervent, luogo così nero ed affumicato che non si può entrarvi. Cominciamo a salire uno di quei monti fra i quali caminavamo da più di un ora. La strada è coperta di neve gelata – Kurea  Dughda- Dopo discesi anzi verso il pendio un villaggio Turcomanno chiamato Kenklizek Bagai- Le case Turcomanne sono fatte in questo modo.

Facciamo colazione, e ripartiamo- Si continua a discendere, avendo sotto gli occhi una immensa valle terminata da altissimi monti- La valle si divide in moltissimi piccoli recessi. In uno di questi è situato il villaggio di Keraghiecilé- Pare vaghissimo a distanza; ma da vicino è secondo il solito dei villaggi Turcomanni- Camera lunga,stretta,senza aperture se non piccioli fori turati da sporchissima carta , partita per lungo da ringhiera di legno ; gran camino nel fondo; sui due lati tappeti, materazzi e cuscini – Vado a visitare la figlia del padrone ch’ha una larvata- Pranziamo tardi , poi mi corico. Mi portano un buon mellone

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