13 Novembre [1850]
Pastori è partito or sono due giorni. Sinché rimase qui io non ebbi né tempo né voglia di continuare queste note. Quante cose mi premeva di conoscere? E quante premeva a lui di dirmi! Quante istruzioni da dargli? Quante reciproche raccomandazioni, quanti concerti, quante promesse.- I miei interessi con Eugenio furono da Pastori assestati come io desideravo, anzi meglio, Pastori si è fatto rilasciare una dichiarazione statuente che Eugenio non ha più nulla a ripetere da me né sul fondo, né sui mobili, bestiami, attrezzi etc. Siamo pure rimasti d’accordo che mi spedirebbe da Costantinopoli un servo europeo ed un muratore, insieme con un dragomanno così potrò parlare, e spiegarmi coi Turchi senza l’intervento d’Eugenio. Ho stipulato il trattamento di Pastori: seimila lire all’anno che si accresceranno di altre lire A. 1500 dopo vent’anni di servizio. Una gratificazione di lire A.10.000 per l’opera prestatami fin qui. Più il 10 per cento (100) sopra ogni aumento del mio reddito. Pastori rimase contento, né io potevo fare di più, sebbene egli guadagnasse colla professione cui rinunziò per amor mio 10 o 12 mila lire all’anno, oltreché un suo collega ne guadagnò l’anno scorso 2000. Essendo ormai chiuse tutte le università in Lombardia, gli studi non proseguono altrimenti, che sotto professori privatisti. Pastori non si tratterrà a Milano che poche settimane, quindi si recherà a Parigi, e passando per Torino intavolerà le trattative per la vendita del medagliere- Spero poi di rivederlo qui nella prossima primavera. Quando qui giunse, era mal disposto verso la mia valle; ma poco a poco si ravvide.- La mitezza del clima e la salubrità dell’aria lo incantavano. Disse che mai non aveva avuto tanto appetito e sebbene invece di polli a lesso, e polli arrosto mangiasse il mangiar forte e grossolano di queste contrade . Mai si lagnò di dolor di stomaco. Insomma ripartì riconciliato col mio ritiro. Qui durante il suo soggiorno nulla accadde di rilevante . Eugenio comperò 150 anzi 180 capre a 35 piastre cadauna, ma non sono ancor giunte.
Abbiamo ora 7 Dindi, un gallo, e una gallina, questi ultimi mi sono stati regalati a titolo Baqci da una donna che mi condusse il figlio malato da visitare. I consulti vanno crescendo di numero, e sempre questa buona gente mi vuol regalare qualche cosa.- Le casse tutte sono arrivate, i monili sono in discreta condizione, e la mia camera è in buon ordine- L’ho tappezzata con delle vecchie tende di damasco di lana verde , ch’erano nell’anticamera del primo piano a Locate . Antonini lavora indefessamente. Dopo di aver terminato i serramenti della mia camera ha principiato quelli del balcone e saranno presto terminati-Ho fatto per Pastori il mio ritratto e quello di Maria, che son venuti bene. Ora che ho finito (o quasi) il lavoro del tapezziere, mi metterò seriamente allo studio- Quante cose mi propongo di fare! Dio mi conservi in questa tranquillità e buona salute! D’ora innanzi non tralascerò di notare ogni sera gli avvenimenti, quali sieno, del giorno.-