13 Ottobre [1850]
Tempo bellissimo.- Nessuno viene a pulire la casa. Maria ed Antonini vanno a pigliar noci, ma si dice loro che non sono di loro proprietà- Come può essere? Credo che questo sito sia stato da lungo tempo considerato come proprietà del Comune, e sarà difficile il cangiar gli usi. Verso il mezzodì viene un contadino, a farsi visitare il piede ed il ginocchio, rovinati da una caduta a cavallo. Ho paura che vi sia la gangrena; ma gli dico di tornare quando arriveranno le mie casse. Al cader del sole andiamo di nuovo in giro, ma dall’opposta parte- Ceniamo, e ci corichiamo, ma poco dopo giunge Eugenio. Dice che fra due giorni avremo due vacche, altri due cavalli, e tre, o quattro operai. Mi racconta molte storie dei nostri conoscenti di Safran Bolo. Il Caimakan gli disse aver ricevuto un mese fa un ordine di non permettere ad Europei di possedere terre in Asia . Quest’ordine veniva spiccato intanto che Reshid Pacha mi teneva a bada con promesse di danaro. Va dunque bene, che la compera sia fatta in nome d’Eugenio.-Eugenio dice essere importantissimo che prendiamo possesso della casa, tutti credendo che non ardiremo di farlo,e che il Chifflik alla fine dei conti rimarrà ad Ismael Bey. Io però in quel porcile non ci voglio entrare.
Nota: Leggere lettera di Cristina a Thierry del 15 Novembre 1850 per un racconto dell’arrivo al suo nuovo Chifflik di Ciaq-Maq-Oglou