16 marzo 1852

16  [ marzo 1852] Martedì

Partiti alle 10,30 a.m. accompagnati da trentadue cavalli e cavalieri- Cinque guardie, ed Hadj Mustafà, il Console Sardo, suo Dragomanno, suo Gavas, e suo amico Sig. Ernesto incaricato del Console Inglese; I tre Dottori, e il Gavas del D.r. Orta; tre persone della casa ove alloggiai.- Il mio padron di casa non volle pagamento, ma mi chiese bensì una commendatizia presso il Console Sardo; gliela diedi subito- Mi separai con rammarico da questi recenti ma cordiali amici- Alepson ci accompagna sino a Misa- Tappa breve, e strada discreta- Ci appressiamo ad una piccola catena di monti che fa fronte al Tauro. Al piede di questa sta Misa- Una rovina nella quale stanno ammucchiate 100 famiglie Musulmane, e 30 Armene- Cattivo accordo.- Buona casa- Ci mostrano delle iscrizioni, e dei rottami di antiche sculture- Leggiamo una iscrizione greca in cui scorgiamo le parole Cilicia , et Misia -Una tomba su cui era posta una strana scultura- Eccola come la ricordo………… Portano varie medaglie ad Alepson- La chiesa Armena una piccola spelonca, in cui si entra per due porte alte poco più di un metro- L’aspetto del paese è desolato anzi che no- Pianura incolta- Un fiume scorre alle falde dei monti a poca distanza dal villaggio che è il celebratone Xeon della scrittura; il villaggio, quando città era, o sembra che fosse fortificato perché situato dietro un monticello evidentemente di umana costruzione- I monti sono aridi- A poco di distanza è il famoso Monastero Armeno di Siss.

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