17 marzo 1852

17  [ marzo 1852] Mercoledì

Notte discreta- Alla mattina vento e pioggia- Verso le nove s’apre il cielo e partiamo- Due ore e mezzo di viaggio lungo la riva sinistra del fiume, dopo varcato il ponte si scorgono verdi praterie.- Incontro dei ladri- Alcune delle nostre guardie li conducono fuor della strada, ed ivi li trattengono sinché non passati tutti i nostri bagagli-Passiamo il monte di cui parlai ieri, ossia Giabanour, presso a  Ghiavur Daghda(1) .Facciamo colazione dall’altra parte di questi monti a Kuro Kui villaggio abitato da quei medesimi ladri che più su incontrammo- Vento violentissimo- Ci fermiamo due ore durante le quali scema- Poi partiamo alle 2,30 p.m. e traversiamo tutta la gran pianura che divide Giabanour e Ghiavur Daghda  da Menel Dagha , e da Tchanglen Kilissy (2)- Traversiamo un piccolo fiume detto Sarren  Coulan (orecchio giallo)(3) sul quale è un ponte mezzo rotto- Il piano è tutto ricoperto di fiori. Narcisi a tazzetta e anemoni rossi- Sulla prima catena di monti, ossia sul Giabanour proprio sulla cima di uno di essi, vidimo un vecchio rovinato castello detto Sheh Mahran, ossia re dei serpenti, perché in esso erano tenuti molti grossissimi serpenti cui gli abitanti dei vicini villaggi portavano quotidianamente quanto latte loro occorreva. Ora chi disse che tal costume durava, chi invece che i serpenti non esistevano più- Giova l’osservare, che in queste parti abitava anticamente una popolazione Armena adoratrice dei serpenti- A Kuro Kui sonvi 10 case , quattro Curde, e 6 Turche;coltivano grano, orzo, cotone, ma il loro principale prodotto è il furto.- Spesso vengono assaliti dalle pantere, i cinghiali, e le hiene, che abbondano in quei monti, siccome i cervi e le gazzelle.- Lo stesso a Missis.- Ripartiamo da Kuro Kui col tempo più tranquillo ed arriviamo in altre due ore a Kuro Kolan, Kan, ossia castello antico in rovina,nelle mura del quale sta rinchiuso il villaggio- Poche capanne di paglia e canne-La porta del castello sembra di costruzione Europea del tempo delle crociate- Il Khan grande,solido,ed imponente edifizio,mi parve a primo aspetto dovere avere la medesima origine,ma i camini disposti alla foggia Orientale dei Khan,ed evidentemente contemporanei del rimanente della fabbrica,mi lasciano in dubbio essere invece di costruzione Araba o Turcomanna- Ci si parla di una città abbandonata poche ore distante, in cui esistono ancora palagi e giardini deliziosi- Soggiungono che un Europeo venne l’anno scorso a stabilirvisi con alcuni compagni,ma gl’indigeni ne lo cacciaron, uccisero alcuni dei coloni,e misero gli altri in fuga,- Storie-

Note:

(1) Gâvur Dağları: Questo è un nome storico e geografico definito. Gâvur Dağları significa “Montagne degli Infedeli”. Storicamente, questo nome era spesso dato a catene montuose abitate prevalentemente da popolazioni non-musulmane (come Armeni o Aleviti) o da tribù ribelli che sfuggivano al controllo ottomano (i “ladri” incontrati).

(2)Tchanglen Kilissy: Kilissy è una trascrizione di Kilisesi (Chiesa).
(3) Sarı Kulak

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