28 agosto 1851

By 28 Agosto 1851Novembre 23rd, 2025Diario turco - Prima parte

28 Agosto [1851]

 

Ho abbandonato il giornale, eppure molte cose sono accadute che meritano,(per me almeno) di essere ricordate. Nel dicembre giunsero i Sigg. Madaguidi e Scanziani, il primo come ospite, il secondo come impiegato in mia casa ossia intendente amministratore o che so io.

Furono bene accolti – Ma presto cominciarono dissapori fra Scanziani ed  Eugenio, quest’ultimo vedendo nel primo un sorvegliante ai fatti suoi.- Madaguidi si manteneva al disopra di simili miserie. Però vantava assai la vita placida e saluberrima del Tchilstik, il partito che un bravo agricoltore trarrebbe di un così bel podere, la fertilità delle terre, la noia della vita emigratizia etc. Credendolo davvero buon agricoltore avrei desiderato tenerlo presso di me come direttore dei lavori agricoli;     ma quando mi parlò più chiaramente dei suoi piani per l’avvenire mi disse di un suo impegno con Antonini di accompagnarlo in un viaggio nell’interno dell’Asia, e della Nubia affine di rinvenire i materiali per    un museo di storia naturale- Altro non mancava che l’aggradimento del governo Turco, al cui profitto si doveva formare il museo, ed a cui spese si dovea eseguire il viaggio-

Se l’aggradimento si ottiene disse Madaguidi, io debbo accompagnare l’amico, il caro,l’adorato Antinori[1]– Qualora poi il nostro piano andasse fallito, io riacquisterei la primitiva libertà, e accetterei più che volentieri  di rimanere presso di Lei al Tchilstik – Dunque si resta in sospeso-

Gli affari con Eugenio andavano intorbidandosi. Ei faceva in tutto e per  tutto da padron di casa, e appena di tanto in tanto mi informava di alcune spese (da me)s’intende .- Intanto mi erano giunte 15000 piastre ch’ Eugenio aveva avuto l’arte di farsi consegnare dal Banchiere, e delle quali io aveva veduto sole 400 .

Venne un giorno Nalil Bey  a propormi la sua porzione delle risaie, dal che presi occasione di chiedergli quale porzione era quella da me comperata a  Costantinopoli pel prezzo di 4000 piastre, da un fratello di Ismael Bey – Nalil Bey risponde franco – nessuna – Io insisto. Racconto il fatto e le circostanze; quel che mi disse Eugenio per decidermi a pagar subito quella porzione; come io fossi nell’imbarazzo non avendo danari; come avessi tratto una cambiale per quella somma etc, etc. Persiste Nalil Bey, e mi offre di sottoscrivere, e far sottoscrivere da suoi fratelli una dichiarazione, come nulla hanno venduto né a me né ad Eugenio ,ed a Maria.

Accetto, e rimango molto mal contenta di Eugenio. Bisogna finirla  dicon tutti e dico anch’io- Siccome però avevo avuto pochi giorni prima una scenetta con Eugenio a proposito di un conto, nella quale Eugenio s’era lasciato trasportare dall’ira alquanto oltre i limiti, io mi era prefissa di non  più espormi a tali scoppi-  Chi parlerà? Chi attaccherà il campanello al collo del gatto ? Io disse Badoguiele : ne lo ringrazio , e si rimane d’accordo.-

Quando viene Eugenio, Badoguiele gli riferisce l’accaduto con Nalil Bey, e gli chiede a mio nome che ha fatto di quelle 4000 piastre- Eugenio prorompe- Dice che non ha mai parlato di compera di terra oltre quella di Ismael Bey- Che ha ricevuto da me 4000 piastre, ma non per quell’oggetto,mentre ha speso assai più dietro ordini miei – Parla di 30, di 40 mila piastre sborsate da lui ; dice che ha pagato di sua borsa metà del prezzo del Tchifflik, ed io non glielò restituito, insomma i Francesi direbbero,  qùil  deblatere – Badoguiele lo invita a presentare i suoi conti ed egli protesta essere ciò la cosa più facile di questo mondo, avere tutti i documenti in scarsella.- Alcuni giorni dopo Badoguiele andò a Saffran Bolo per vedere questi conti e documenti- Eugenio gli mostrò una duplicata del contratto con Ismael Bey , pretendendo che fosse un secondo contratto, ma Badoguiele rispose ch’era uno scherzo, e si fece consegnare la copia- Quanto ai conti Eugenio gli dettò una farragine di cifre, dicendo che in viaggio si erano spese 10 mila piastre per volta essendovi venti persone e venticinque cavalli-

Che il cavallo di Maria non era stato pagato, che il cavallo bianco ch’io monto era stato comprato da lui; che io gli dovevo 1500 piastre al mese pei suoi servizi durante 13 mesi; più 600 piastre al mese per suo mantenimento, e del cavallo a Saffran Bolo; più non so quanto per un suo viaggio a Cassan Momo per ordine mio ed altre simili cose. Badoguiele disse che se ne riferirebbe a me, ma che io l’avevo soltanto autorizzato ad offerirgli un saldo generale, e più un regalo di 5000 piastre- Tornato Badoguiele io stesi un breve ma fedele ragguaglio di tutto il danaro da me consegnato ad Eugenio aggiungendo che se egli reclamava per spese anteriori al mio soggiorno in Ciaq Maq reclamavo ancor io per sapere che cosa era  stato fatto col mio danaro. Io avevo rimesso ad Eugenio dalle 33 alle 35 mila piastre . Eugenio ricevette la mia carta e disse che presenterebbe i suoi conti in perfetta regola- Poi non se ne parlò più- Tutta la città di Saffran Bolo si mise di mezzo per farci fare la pace. Io mi vi rifiutai lungamente adducendo il mio desiderio di  finir prima questi conti- Finalmente il giorno di Pasqua essendo io andata a Saffran Bolo a fare le mie devozioni, il prete stesso che mi aveva confessata e comunicata entrò in camera tenendo Eugenio per la mano e condottolo a me dinanzi mi chiese di rappacificarmi con esso lui. E così fu fatto, sempre però con la riserva per parte mia di voler vedere i conti. Intanto era giunto Antinori con Merighi, ma il progetto del museo di Storia naturale a benefizio dei Turchi non avea progredito- Io dunque m’aspettavo che Badoguiele restasse, quando invece prese da me commiato annunziandomi la sua partenza con Antinori entro pochi giorni.

Buon viaggio- Ma la partenza si procrastinava di giorno in giorno- Una sera ecco Badoguiele che mi porta una lettera per Pastori pregandomi a leggerla, quindi ad accluderla nella mia. La lettera cominciava così “Caro  Pastori  Ti scrivo tuttora dalla casa ospitale della Principessa, ma nel dubbio di presto lasciarla – Chissà ? Vedremo” E continuava a parlar di affari- Credetti di scorgere in questo fatto un invito a me di domandargli perché partiva, ed in poche parole, di aprire le trattative.     Passeggiando seco lui la sera da presso in orto gli chiesi se avevo bene inteso, e s’essa era realmente sua intenzione che io leggessi quella lettera- Rispose che si- Allora io – In essa parlate della vostra partenza come di cosa ancora incerta- Vorrei evitare un equivoco, e perciò desidero sapere se questo dubbio si aggira intorno a cosa che da me dipende, o a cose a me straniere- Badaguiele .  Il mio dubbio s’aggira soltanto sulla situazione che io occuperei presso di Lei.- Io- come sarebbe a dire ? Bad . Vorrei sapere in che qualità resterei nella sua casa- Io, in qualità di direttore dei lavori agricoli- Bad . Bene, e di segretario.- Io, e perché questo titolo? Bad. Perché non vorrei rimanere al Tchifflik quando ella ne partisse-

Io, se non c’é altro posso promettervi di condurvi meco- Bad. Vorrei anche conoscere, che autorità avrei sui contadini; perché sarebbe necessario che io dessi gli ordini, infliggessi e castighi e distribuissi i premi  .- Io, giustissimo e così sarebbe- Bad. In tal caso io di più non desidero, ma le consacro per tutto il tempo della emigrazione etc. etc. Grandi  proteste. Ecco dunque Badoguiele stabilito in mia casa in qualitàdi Segretario Direttore dei lavori agricoli,e Scanziani d’Intendente-Gli altri due partono,e Badoguiele parla asprissimamente dell’adorato Antinori-L’amicizia fra Pilade ed Oreste andata in fumo- Badoguiele si mostra tutto premura- Torniamo a Saffran Bolo per parlare col Cadì,Consiglieri,e Kaimakan, i quali vogliono terminare tutti i miei affari,e mettermi al possesso delle mie terre-

Presento loro i miei titoli che sono approvati da ognuno sul fatto della parte di Besik Tardar pertenente a Ismael Bey, e rivendutami dai fratelli di lui, conviene sentire Eugenio . Il Kaimakan mi chiede come sto con Eugenio ed io gli racconto ingenuamente ogni cosa- Il biglietto con cui Eugenio dichiara di non avere alcuna pretenzione né sul Tchefflik né su altra cosa mia, contiene questa clausola:  essendo stato pagato delle 1000 piastre da me sborsate- Ora queste 1000 piastre non gli furono pagate, perché si verificò ch’egli non aveva pagato a Ismael Bey come pretendeva né le 6000 prime, né le 2500 di poi.- Perciò il Kaimakan mi disse , che desiderava vedere egli stesso i suoi conti, perché se metteva fuori siffatta pretesa saprebbe come trattarla- Di ritorno al Tchifflik venne Eugenio con Alevan e mi pregò di rivedere io stessa i conti: ma io mi scusai dicendo che il Kaimakan volea vederli esso. Va benissimo   – Eugenio si trattiene un par di giorni, poi ritorna a Saffran Bolo- Malumore di Badoguiele – Vado con esso a Tcherkess e, durante il viaggio è insoffribile.- Rientrando al Tchifflik ritroviamo da capo Eugenio – Badoguiele non si vede l’indomani pretestando un incomodo- Verso sera mi chiama, e mi dice che teme di essersi fatto un ernia che vorrebbe andare per una quindicina di giorni a Costantinopoli, affine di farsi fare l’operazione, o di procurarsi un riparo- Io gli osservo che meglio sarebbe il mettersi un riparo prima di intraprendere un viaggio a cavallo- Egli però insiste, ed io mi ritiro credendolo leggermente impazzito- La mattina appresso mi rimette una lettera, nella quale egli mi dichiara di non poter dividere la mensa con Eugenio, e  mi chiede  licenza di andarsene- Io gli rispondo ch’é buon padrone, ma che non dubito sentirà la convenienza di aspettare che io mi sia fornita altrove-

Che vedrò intanto di diminuirgli per quanto è possibile l’incomodo della presenza di Eugenio  – Mando dunque il Dragomanno a Saffran Bolo con preghiera a Eugenio di non venire con tanta frequenza, visto l’avversione ch’egli spira a certe persone di casa mia- Come risposta ecco giungere a me Eugenio che viene diritto a dirmi che cosa c’é di nuovo? Che ho fatto a Voi o ad altri? Per voi, datemi, sia come prestito, sia come dono 3000 piastre che debbo alla Comp. e non parliamo altro di conti- (acconsento) Per le persone di casa ditemi chi ho offeso. Nominai allora Badoguiele-   Eugenio rimase maravigliato davvero perché Badoguiele gli avea sempre dato ragione (in faccia) contro di me; ed espressa molta benevolenza- Come da Badoguiele? Badoguiele cosa vi ho fatto ? Ma mi è stato detto, mi fu riferito…. che avevate detto, osservato….  Chi? Cosa? Dite, parlate, ch’io mi discolpi- No, non fa niente ;  saranno state  dicerie, ciarle; non ci credo,  eppure ….. – Spiegatevi vi supplico-  Vi è chi m’ha detto che voi volete uccidermi, e quella persona è bene informata. Eugenio protesta, grida, si contorce, e Badoguiele messosi un dito sul naso in segno di meditazione profonda altro non proferisce.- Eugenio torna a Saffran Bolo ; Ma dopo pochi giorni eccolo di nuovo come io stavo per montare a cavallo alla volta di Guzul Bey . Sono dunque costretta a lasciare Eugenio al Tchifflik con le due fiere,  Scanziani e Badoguiele.- La mattina di poi al mio ritorno sento che Badoguiele insultò Eugenio, gli diede del ladro, gli disse di non volgere a lui la parola e cose simili – Io mi lascio vedere passeggiando in giardino con Eugenio.- Furore in casa- Badoguiele e Scanziani fanno in fretta i bauli = poi il primo mi scrive una lettera bellissima ; dice ch’io gli ho mancato di riguardi permettendo ad un rivestito della dignità di suo segretario di farsi il letto e di pulirsi la stanza- Che ei si aspettava altro trattamento – Che in ultimo io gli avevo promesso di risparmiagli la presenza di Eugenio, e non gli avevo mantenuto la parola- Finisce col dire , parte dimani con Scanziani. Di Scanziani io ero malcontenta al segno (pel molto bere, e pel suo non far niente) che già l’avevo licenziato e stava da due mesi in mia casa piutosto tollerato che altro.

Ma non l’avrei fatto partire insieme con Badoguiele in sul momento in cui l’opinione pubblica mi voleva in pericolo- Voce correva che Nalil Bey inviperito perch’io gli avevo rifiutato del danaro aveva raccolti alcuni disperati coi quali tenterebbe di assalire la mia casa ed  ammazzarmi – La cosa fu comunicata da quel primo Alì mio servo a Deli Inleiman guardia del vicino Deravent perché io mi  tenessi in guardia – Ciò non ostante quei due signori partirono l’indomani, ma giunti a Saf.Bo. furono trattenuti dal Kaimakan che disse loro non conoscerli punto né poco; rispettarli soltanto perché di casa mia esciti, non volerli lasciare in libertà senza prima sapere da me s’io di loro non mi lagnavo- Badoguiele mi mandò dunque un espresso chiedendomi di scrivere una lettera Turco al Kaimakan, ed io feci allora una lettera in Italiano mediante la quale lo lasciarono partire.- Badoguiele mi scrisse varie volte , ma io non gli risposi mai; che rispondere ? Dirgli quel che penso di lui non gli gradirebbe. Dirgli altro non gradirebbe a me; dunque mi taccio- Ho scritto però ad Antinori per spiegargli la cosa , e sapere se il nostro progetto di Gerusalemme sussiste. Egli mi rispose che si. Dunque mi terrò pronta per fine di Novembre.-Antinori a cui ne avevo pure scritto,mi manda un maggiordomo invece di Scanziani. Si chiama Pietro Albergoni e pare molto onesto,ma vi ha del pazzo e beve fortemente- Antinori mi ha scritto proponendomi per direttore di

miei lavori agricoli un Alsaziano chiamato Strobl il quale ha con se vari contadini della stessa sua provincia – Ho accettato con trasporto la offerta,sebbene avessi prima consentito a ricevere certo Lengott Polacco raccomandatomi da M.r Altera Simone,però io aveva avvertito il Polacco,che aspettavo la risposta d’un Amico e che qualora questa risposta fosse affermativa io ero impegnata con quello, cosi non di fatto,impegnata col Polacco.- Gli scrivo perché non si metta in viaggio s’é ancora in tempo- L’altra notte fui svegliata da urli;balzo dal letto,apro la porta della stanza e chiamo , chi e là? che cosa avete ?Escono dalla camera di Campana. Campana stesso e Albergoni ambi in camicia e mutande,sparuti,stravolti,e balbettanti- Che cosa c’é, che cosa c’é ?dicevo io -I zolfanelli – Ma si; i zolfanelli? Ti sei spaventato eh! Sei briaco o malato? Malato si,un pochino-Cosi parlavano i due fra di loro come due svaniti. Albergoni però scese le scale per cercar lume e Campana allora mi si accostò dicendomi a voce bassa che l’Albergoni gli si era precipitato in camera mentre ei dormiva lo aveva assalito colle mani nel petto dicendo varie parole, fra le altre quella di traditore – Campana si difendeva quando la mia voce fece cessare il combattimento.

Venuta la mattina Campana parlò fuori dei denti con Albergoni; io lo minacciai di licenziarlo- Egli giura di non avere avuto altro intento se non di svegliare Campana; disse che partirebbe, se io volevo, ma che Campana se ne pentirebbe- Preferisco lasciare la cosa in sospeso sinché giunge Antinori. Staremo in guardia- Alcuni giorni dopo sta scena si abbandonò a dirizzare parole sconce ed insultanti a Maria: volevo cacciarlo su due piedi, e gli dissi quello che si può dire all ‘ultimo degli uomini: ma egli si scuso’, e siccome io non gli davo retta, mi mandò a dietro. M.is Parker la quale mi pregò di perdonarlo per sta volta; disse che Albergoni  era pazzo d’amore per essa, e che la gelosia lo metteva fuori di sé, soggiunge che ambidue avevano errato nel bere, ma che d’ora innanzi non avrei più da lagnarmi né dell’uno, né dell’altra- Aspetterò Antinori.- Son giunti i Polacchi; dico i Polacchi  perché Mr.Lengott non conoscendo altra lingua fuorché la sua, si è fatto accompagnare da un suo amico che gli fa da dragomanno con noi.- Gli dissi subito che la persona da me aspettata non tarderebbe a giungere. Ne sembrò mortificato, e me ne rincrebbe.- Abbiamo girato il Tchifflik coi Polacchi, i quali lo giudicano molto esteso e molto buono.- Mr Lengott dirige bene i lavori della terra.- Nello scorso estate siamo stati bloccati dai Kurdi; ora siamo bloccati dai lupi che vengono sino alla porta di casa, ed entrerebbero se non fossero i cani; ma questi metterebbero in fuga tremila lupi.-

Eugenio è partito sarà un mese per andare dal Mehemei Bey capo dei Kurdi ed amico suo , a comprare del grano per 10 piastre la misura; e rivenderlo qui per 16 o anche 20. Vedremo se farà quest’affare, e come lo farà.- Maria sa bene il Turco, impara il disegno, lavora e studia. Ogni mattina si alza col giorno, e scende a dare agli uomini gli ordini per la giornata- Quando si alza il sole, Miss  Parker mi porta il caffé che prendo in letto, poi mi alzo, mi vesto, e m’occupo d’alcuni lavori femminili, o visito i malati se ve ne sono o cose simili- A mezzogiorno facciamo tutti colazione, quindi se il tempo è bello montiamo a cavallo  Maria, io, e i due Polacchi; rientrati Maria ed io  salghiamo in camera e si lavora o si studia sino al pranzo- Finito questo io vado a letto, non per dormire, ma per leggere, e scrivere in pace; Maria si ferma da basso un’altra oretta  dando lezioni di Turco e di Italiano all’uno, prendendo lezione di Polacco dall’altro, poi mi raggiunge- Diciamo le orazioni assieme, dopo di che Maria va, legge ad alta voce, ciò che ha scritto nella serata, e madre e figlia si abbandonano al sonno. Ho scoperto che il più giovane dei Polacchi  nutre disoneste mire rispetto a Maria.- La mia povera angioletta; degna di sedere fra gli angioli per la innocenza! Daché feci questa scoperta non posso più guardare quel giovane, anzi sentirmi come un fuoco  in petto.- Antonini, e Campana  gli hanno parlato come dovevano due galantuomini, e due amici miei.- Vedo l’ora che giunga l’Alsaziano e che questo imberbe libertino se ne vada. Albergoni è gravemente ammalato da circa tre settimane. Io lo curo con tutta la premura di cui sono capace, ma non ho buona idea dell’esito.

[1]      Orazio Antinori ( http://it.wikipedia.org/wiki/Orazio_Antinori )

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