5 aprile 1852

5 Aprile [ 1852]

Fra la lentezza dei Seis, e dei Katergi, fra la lentezza del Midir che deve procurarci una guida, e ci manda invece due Gavas, che non conoscono la strada giungono le otto che ancora non siamo partiti- Il caldo è già forte- Il cavallo di Antinori non può strascinarsi;lo conducono nel mare ma non migliora- Quando ci fermiamo per far colazione mi dicono che Tay e il cavallo di Campana non possono più reggersi- Spero sia il caldo – Mi ricordo però che ieri dopo ch’ebbero mangiato della biada dal Console Francese, Nadj Ali nostro Seis volle che si desse loro da bere; il che in ogni parte si reputa cosa mortale- Sceso un poco il sole,ci rimettiamo per via,ma i cavalli non hanno vantaggiato.- Quello d’Antinori è andato lentamente innanzi coi Katergi; gli altri rimangono indietro- Nadj Mustafà e i Katergi sono innanzi- Tutto ad un tratto vediamo Augusto,e l’uno dei Zappetiers seduti su una roccia che ci aspettavano- A pochi passi stà il cavallo di Antinori sdraiato e senza forza .- I Seis ,i Zappetiers, tutti i servi, tranne Podo e Giovanni, Antinori ed Alepson rimangono presso il cavallo; e noi due Maria ed io co’ due suddetti continuiamo verso Nahr.- A pochi passi troviamo Khan il cui guardiano c’insegna la strada.- La seguiamo e annotta- Incontriamo una compagnia di viaggiatori non so se Russi o Francesi , ai quali chiedo dei Katergi e del Gavas- Sono nel piano innanzi il villaggio di Ramsi mi dicono;ad un’ora e mezzo di distanzà- Andiamo- Sentiamo da lontano una voce che chiama.- Rispondiamo: la voce si appressa . Egli è Antinori che ci hà raggiunto. Il cavallo non si è rialzato; ma l’assistere a quelli sforzi gli è cosa troppo dolorosa. Andiamo innanzi.- Il mio Kur vacilla .- Il cavallo che monta Antinori si sdraia in terra. Di quando in quando incontriamo un pastore che ci mette nella buona via e ci dice sempre dritto,ancora una mezz’ora. Ma le mezze ore si seguono;i pastori si rinnovano,ripetono sempre la stessa cosa ; il villaggio Nahr non appare. Molte volte siamo stati nel punto di chiedere nuove di quel Kamchi indicatoci dai Francesi ; ma a Nadj Mustafà,ai Katergi, ed al Zappetier avevam detto Nahr , ed a Nahr ci attenghiamo . Parci scoprire certe cime coll’Orizzonte che non debbono essere d’alberi. Lasciamo la strada , e ci dirizziamo verso quella parte. Nell’avvicinarci scompaiono quelle cime; ma ci troviamo nel margine di una estensione di terreno coltivato a giardini , da cui emana un delizioso profumo di fiori d’arancio- Entriamo in questi giardini nella lusinga che ci conduchino nell’abitato.- Difatti dopo alcuni giri scopriamo una casuccia,in essa si vede lume;si batte : vien fuori un Greco, al quale chiediamo di Nahr. è qui vicino,dice, e consente a condurci in vista di esso. Difatto dopo pochi momenti vediamo una gran luce, indi un colle in mezzo a case;quello è Nahr.- Saliamo nel villaggio – Quella luce viene da un fuoco presso al quale un uomo e una donna stanno chiacchierando . Chiamiamo- Viene la donna e risponde negativamente alle nostre ricerche. Non fu veduto Gavas, non Zappetiers; non Katergi.- Chiediamo del capo del villaggio, che provvedi a noi, ed ai nostri cavalli riposo e ristoro. A Nahr non vi è capo,ma al villaggio attiguo,si,come pure di tutte le provvigioni di cui possiamo abbisognare. La donna ci fa da guida. In pochi momenti entriamo nell’altro villaggio- Il Capo ci assegna una casa, e ci promette ristori per noi, e per le bestie. Camera vasta ed ariosa; una scala conduce ad una specie di galleria superiore più pulita che la camera di sotto. Noi ci stabiliamo con Maria. Non abbiamo letto, né provvigioni, né lume etc.etc. Sto mangiando un pezzo di pane con formaggio; mentre Podos mi prepara il Narghilé quando sento dei passi e Maria che dal cortile grida; Sono arrivati! Chi? faccio io  balzando in piedi . I Zapetiers, risponde essa, e dicono che tutti sono al villaggio di sopra, gente, bestie e bagagli.- Che buona notizia!…  Chiedo dei cavalli. I due di Antinori e Campana sono rimasti moribondi all’ultimo Khan.- Tay è giunto al villaggio, ma giunto appena cadde e giace ancora . In un batter d’occhio ho ringraziato il Midir, preso da lui congedo, e sono di nuovo nel villaggio di sopra.- Tay è disteso nel mezzo del cortile tutto enfiato, e sta male.- La camera a noi destinata non è coperta dal tetto se non per metà. Sporca, piena di pulci, il fumo mi acceca, le galline mi saltano nel letto, il vento mi toglie il respiro. Pure mi corico.- Un’ora dopo mi si dice che Tay è morto.- Altri due cavalli, il grigio e l’orbo stanno male. Verso la mattina mi addormento un poco ma le galline che mi passeggiano nel letto non mi lasciano in pace.

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