7 Gennaio 1852.
M.eur e M.me Scrobl, Antinori, un Lombardo chiamato Pietro suo cameriere, un falegname, e due coltivatori tedeschi sono arrivati il 21 dello scorso mese, sono molto contenta di questa gente, e spero molto dalla loro cooperazione.- Il Dottor Bertani fratello di Agostino , è venuto a passar meco le feste- è tornato Eugenio , ed ha contato che questo signore si spacciava ad Angora per mio fratello-Il D.re si scusa con Antinori ma Antinori non lo può soffrire . Il D.re pretesta ch’io ho parlato con malo modo di suo fratello e parte incollerito.Due giorni dopo ricevo una sua lettera ,in cui mi dice di contentarlo, o di tremare guai a me se non lo contento!
Mi farà lasciare il mio Tchifflik per forza scriverà in tutti i giornali etc. Eugenio ch’era presente quando ricevetti la lettera volea farlo bastonare. Io gli dico di portare la lettera ad Antinori che in quel giorno si trovava a Saffran Bolo e di regolarsi dietro i di lui consigli. A me basta che il D.re se ne vada . Se ne va difatto metà per forza,e metà volontariamente.- Stiamo preparandoci al viaggio di Gerusalemme- La cosa più difficile è il procurarsi cavalli. Alepson me ne ha portato cinque, di cui presi un solo perché troppo cari. Le notizie d’Europa sono delle più tristi . Il primo Gennaio ricevetti lettera di M.me Garbert in cui mi ragguaglia dell’accaduto a Parigi il 2.3.4.5. Dicembre – La Democrazia,é vinta per ora- Vincerà alla sua volta, e la sua vittoria sarà durevole, ma quando succederà? La generazione presente non vedrà forse il suo trionfo.
Oggi 7 [gennaio 1852] ( stesso giorno? Forse 17. ndr)
Giornata infausta- Stamane M.eur Lengott cade da cavallo, Pietro di Antinori scaricò una pistola che gli mandò il cane nella fronte- Io caddi nell’entrare in casa- Misi il piede su del fango liscio; mi mancò il punto d’appoggio,cado colla faccia contro la porta; sono rigettata all’indietro, e piombo giù distesa sul selciato colla schiena e colla testa- Nel rialzarmi tutto era buio,e confuso intorno a me:le membra come intorbidite; sentivo un liquido colarmi giu dagli occhi e dal naso,e pareami fosse la sostanza cerebrale disciolta. Maria avea messo un grido,e la prima cosa che vidi fu dessa tutta pallida e tremante che diceva . Mamma,mamma che cosa ti sei fatta-Ebbi forza bastante per rispondere,poca cosa spero; ma io mi credevo spedita tanto era strana la sensazione che provavo. Il polso non batteva,il sangue non circolava,il respiro non tornava.- Maria gridò hai del sangue ,e messami il fazzoletto alla faccia mi accorsi che di fatto mi scorreva giù il sangue dal naso- Quel sangue mi sollevo’; mi fecero bere dell’acqua di menta,feci un pediluvio caldissimo.- Ora son già passate alcune ore; non sento nessun dolore né alla testa, né alla vita.- Il naso soltanto si è molto gonfiato- Sento un gran peso alla testa, e un sopore continuo, ma dolore nessuno- Ringrazio Dio, perché non capisco ancora come sotto una scossa così violenta io non ebbi il cranio fracassato- Per buona sorte io avevo un fazzoletto legato stretto intorno alla testa: questo mi ha salvato.- Un ora fa Maria mi giunge in camera tutta in lagrime, gridando Doro è morto! Doro era il suo cavallo di predilezione- La consolo alla bella meglio, e a tutte due ci pare mill’anni che sia terminato questo giorno di disgrazie