9 aprile 1852

9 Aprile [1852]

Partiti alle 6 e mezzo colle nostre guide Nazarene. Sono due Abrami padroni dei cavalli di affitto- Parlano correntemente l’Italiano. Alle  10 ci fermiamo sotto alcuni ulivi. Riposo.- Si riparte all’una . Monti senza fine, e strade pessime, sole , sassi- Nel scendere per una via rovinata Kur cade nella testa, ed io sotto di lui sulla roccia- Al primo istante la percossa alle reni e così violenta, che più non sento le mie gambe come se fossero tagliate. Tremo come la foglia- Kur si è rialzato al momento da sé, senza toccarmi- Io non posso rialzarmi senza aiuto.- Dopo alcuni momenti, riprovo a caminare, e scendo la montagna a piedi, ma la doglia non cessa. Rimonto a cavallo- Giunti a Naplan…..  vicino al tramontar del sole ; risolvo di non entrarvi, ma di proseguire sino ad Nowara affine di arrivare il dimani a Gerusalemme.- Alepson, una guida, ed Antonini passano per la  Città, noi la giriamo esternamente. Passiamo presso al pozzo della Samaritana. Non v’ha più acqua- Nessun segno lo accenna alla pietà dei fedeli- Annotta, ed ancora non siamo a Nowara .- Io scorgo sulla diritta appoggiato al monte un villaggio- La guida dice che siam giunti, ma dopo ulteriore osservazione dichiara che Nowara épiù innanzi- Io che vidi sulla carta non esservi altro villaggio da Naplusia ad Nowara  a mano diritta sostengo esser quello il nostro Konak- Viva dissensione che chiudo col dichiarare che non darò un parà di bakchich se la guida mi fa fare un passo più del necessario- Intimorito della minaccia, egli si rassegna ad andare a vedere.- Fatti alcuni passi appena, incontra un contadino che gli conferma esser quello Nowara- Entriamo, attraversiamo il villaggio,e sull’opposto limitare di essi, vediamo il nostro accampamento- La tenda è spiegata per noi-

Per Antinori ed Alepson si è trovata una stanza calda- Buon prò lor faccia- Le mule, e i cavalli sono legati intorno alla tenda- Un bel fuoco cuoce la nostra cena- Preso il mio caffé vado a letto- è l’una, quando sento le voci di Antinori ed Alepson che ci chiamano per la partenza- Non hanno potuto posare per le legioni di insetti, e si sono lasciati persuadere essere vicina l’aurora- Li disinganniamo cogli orologi alla mano.- L’invitiamo a lasciarci dormire in pace le poche ore concesse al riposo. Alle 3 e mezzo appena aggiorna ci alziamo- Mady Mustafà, Pietro, ed Antinori partono avanti- Alle cinque seguitiamo.-

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