29 Ottobre [1850]
Stiamo ancora sui nostri materazzi prendendo il caffé, quando Eugenio viene a chiedere cosa deve scrivere a Ismael Bey.Dico gli scriva che il mio procuratore tornerà fra una diecina di giorni a Costantinopoli e gli porterà il danaro,ossia metà delle 5000 piastre , poiche il fratello di lui Mehemmed Bey mette opposizione al pagamento di 2500 piastre. Eugenio vorrebbe che gli spedissimo invece un’ordine sopra Alleon ma Pastori preferisce pagargli il danaro in persona. Chiede ancora Eugenio trecento piastre per pagare il legname portato negli scorsi giorni.-Pastori però dice di aver soltanto il danaro che gli occorre pel viaggio e di non potersene spogliare- Si finisce che Pastori presta 200 piastre le quali Eugenio deve restituirgli tornando da Saffran Bolo; più manda un ordine ad Alleon per mille piastre da pagarsi al Banchiere di Saffran Bolo. Eugenio parte per Saffran Bolo, e Pastori col suo dragomanno per la caccia. Torna Pastori con due dressi – Andiamo a passeggiare verso le risaie –
Nel ritornare incontriamo una numerosa cavalcata,composta di una Signora colla cameriera e di cinque o sei signori Turchi. Vedo subito che son persone di qualità.- Mi salutano e chiedono di Eugenio. Eugenio non c’è- La Signora mi dice essere ammalata e mi vuole consultare, ma non vuole entrare in casa avendo molta fretta. Si ritira dunque sotto la tenda ed incomincio ad interrogarla- Ha una malattia della spina dorsale con sintomi sterici e cardiaci- Chiedo se ebbe figli, quando, e se li allattò. Mi risponde averne avuto uno solo, due anni sono, ma non averlo veduto neppure ché ce lo strapparono non so se dice appena nato, o prima che nascesse .Mi prega a dirle se potrà giungere in vita a Costantinopoli ove si dirige ed a aiutarla a tollerare la fatica del viaggio. Quando le dico che giungerà a Costantinopoli si rallegra tutta. Soggiungo che ivi giunta conviene o si curi seriamente, o si prepari a gravi patimenti,e dessa mi risponde con indifferenza ed allegria,come se si trattasse di una terza persona. Le do dello sciroppo di papaveri e del muschio da prendersi lunghesso la via ed essa si accommiata. Chiedo dopo chi sia e mi risponde essere la seconda moglie di Ismael Bey. Ismael è il fratello dell’antico Signore di queste contrade principe di Verandjer che si rese indipendente sotto Mahmond. Questi gli mandò incontro un grosso esercito, contro il quale egli lungamente si difese, ma poi sopraffatto dall’artiglieria Imperiale dovette arrendersi, vedere la sua città distrutta, e sotto promessa di amnistia recarsi a Costantinopoli, ove tre giorni dopo fu strangolato. Il fratello Ismael Bey sposò la vedova bellissima donna, ma in breve sedotto dalle arti di una altra donna e dei parenti di lei volle dare alla prima una rivale e compagna, al che essa non acconsentì- Ismael Bey allora ripudiava la sposa cognata, e la sposa nuova amata- Poco durò peraltro quest’amore, ché la prima moglie mise tutto in opera per ricondurre a se lo sposo e per rendergli odiosa la seconda moglie . Successe nell’intento. Ismael Bey, si meravigliava di aver potuto preferire una si brutta donna ad altra si bella; maltrattava quella vantava questa- Insomma ripudiò la seconda e ripigliò la prima, soggiacendo però alla legge che prescrive certe formalità assai dispiacenti allo sposo posto in tale frangente.- Del parto della seconda io non ho sentito parlare.- Forse che ora questa si reca a Costantinopoli con la speranza di poter riacquistare il marito? Certo si è che anch’essa è bella forse non tanto quanto la rivale, ma più del consueto. Viene un contadino a consultarmi per la febbre. Mi chiede di visitare un ragazzetto suo cognato che ha male ad un piede, e dice di condurmelo l’indomani.