6 [ marzo 1852] Sabbato
Ottima notte, senonché Antonini è stato male ed ho dovuto alzarmi. Vaneggiava, e capiva di vaneggiare. Si calma con dell’acqua di Melissa. Giunto il padrone Catergi – Partiamo alle 8,30 ed entriamo in una valle nella catena del Tauro- Si cominciano a vedere alcuni cespugli- Il vento s’innalza gagliardo e freddo. Dopo due ore ci fermiamo ad un misero Khan a far colazione. Il Dragomanno è ubriaco- Alle 12 si parte; dopo un’ora un’altro Khan tenuto da un greco che ci conta le miserie del paese sotto Ibrahin -scià- Sembra che prima della guerra il paese era pieno di villaggi. (1) Altre due ore, e si giunge alla tappa.- La valle si è aperta, è coperta di alberi, ginepri, e pini- Spunta anche un pò d’erba – Presso al Khan vi sono dei pastori che alloggiano in grotte- Passiamo, e costeggiamo un fiume che si chiama Aciag Musulmani- Antonini sta meglio-
Note:
(1) Ibrahin-scià è Ibrahim Pascià (1789–1848), figlio del viceré d’Egitto Muhammad Ali. Qui si riferisce alla Guerra Egiziano-Ottomana del 1839-1840. L’esercito di Ibrahim Pascià aveva invaso l’Anatolia e dominato la Siria, arrivando fino a minacciare Istanbul, prima di essere respinto dalle potenze europee.