2 aprile 1852

2 Aprile [1852]

Partiamo colla pioggia, ma poco dopo si rasserena. Nadj Mustafà con Alepson sono andati innanzi per procurarci un alloggio –

La prima mezz’ora abbiamo strada pessima; poi scendiamo sulla spiaggia ed  ivi sulla arena non si cammina male- A pochi minuti da Beyruth,troviamo Pietro col cavallo del M.re , Alepson,e il Gavas-C’informano che siamo alloggiati alla locanda di Battista- Il Console Sardo Gabbi, mi offeriva la ospitalità, ma soltanto per noi tre femmine- I nostri cavalli staranno nella scuderia del Sig. Peterlino negoziante di cavalli Sardo- Beyruth bella città- Il Libano  che la spalleggia non ha né grandezza, né maestà, né vaghezza.- La campagna è verde, e ricca; monotona piuttosto – Costumi vari- Maroniti, Drusi, Beduini, Cadmussi, Kurdi etc. etc. – I Metuarj vengono da una setta persiana, ed adorano Alì- I Cadmussi discendono dagli Naschichim settatori del vecchio della montagna- I magazzeni di Beyruth hanno un non so che di Europeo-V’ha un magazzeno Francese, uno Genovese, uno Tedesco etc.etc.- Anco i bazar son ben forniti, e non troppo cari- All’Albergo pranziamo col Console di Francia a Damasco, e colla sua famiglia.   La figlia è tisica- Il D.re Villemain mandato dal Governo Francese a Damasco, ed altri forestieri, Inglesi, Russi, Svizzeri, etc. – Il Console Sardo pare un eccellente persona, come pure la sua moglie ma ambidue sembrano oppressi da un segreto dolore- Forse si annoiano- Hanno figliuoli belli e sani- Giro in lungo e in largo per la Città – Mi corico stanchissima.

 

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