7 Aprile [ 1852]
Alla mattina piove,il tempo sembra mettersi al brutto. Si parte non ostante. I due cavalli malati seguono a mano. Le quattro mule dei Katergi servono ai nostri cavalieri, e dei cameli portano il nostro bagaglio in luogo delle mule. La pioggia ci accompagna. A mezzo giorno ci fermiamo sotto alcuni ulivi. Più tardi il tempo si rasserena. Giriamo fra colli deliziosi. Prati, fiori, boschi ridentissimi. Quindi si sbocca su di un piano in capo al quale vi é un monte con sopra una Città (Sapora) (1) e dietro di questo monte un secondo sul rovescio di cui sta Nazaret . Tramonta il sole, e ancora abbiamo due ore di viaggio. Passato il primo monte,e girate le mura di Sopora, il mio cavallo che sempre si ferma a strappare una boccata d’erba vedesi rimasto indietro,e pigliato timore del castigo spicca un salto innanzi per giungere la comitiva. La mia sella essendo rotta,io che non sto seduta con agio sbalzo fuori del corno,tento invano di fermare il cavallo,sento di non potermi reggere,getto la staffa e mi lascio cadere. Kur si ferma ad un tratto ponendo una zampa fra le mie gambe. Io li metto la mano sulle zampe, né egli più si muove . Corre Pietro a raccogliermi. Non hò male di sorta, e rimonto immediatamente in sella. Un’ora dopo giungiamo in Nazaret ed andiamo a smontare alla foresteria del Convento. Vari viaggiatori ci hanno preceduto fra gli altri tre ricchi Inglesi provenienti dalle Indie, e dall’Egitto con una immensità di bagagli.- Ciò nullameno ci danno una buona camera,ed una seconda discreta pei Signori.- Prendo il mio caffé e vado nel letto del Convento,senza aspettare i Katergi .
Mentre sto svestendomi entra Maria tutta in lagrime dicendo che Gazal non si trova- Vedremo domani.-
Note:
(1) Sepphoris è un sito archeologico di grande importanza, situato a circa 6-7 chilometri a nord-ovest di Nazareth (Nazzarett).