23 aprile 1852

23 [aprile 1852]Venerdi

Alle 2 e mezzo a.m.ci mettiamo in viaggio .- Mia gioia vedendo il cielo annuvolato, e sentendo il vento quasi freddo che ci viene incontro .- Quando spunta il giorno vediamo ai nostri piedi il Mar Morto – Il Paese è bello nella sua orridezza – Il torrente di Cedron spaventa – Ora è asciutto – Alle 8 ci troviamo sulle sponde del Mar Morto – Il D.r si dichiara stanco , e vuol fermarsi,ma non vi essendo acqua dolce, si decide a proseguire sino al Giordano- I nostri Beduini si conducono bene- Uno di essi mi porta il mio pugnale guarnito di argento che avevo dimenticato in una grotta- Tutti ci servono con premura- Verso le 10 ci fermiamo sulle rive del Giordano – Luogo incantevole – Foresta vergine che dalla pianura appena si scorge- Piante, uccelli , insetti affatto nuovi- Le impronte di un grossissimo quadrupede, che dev’essere un leone- Attacco di Beduini nemici dei nostri.- I nemici fuggono – Gran paura del Gavas e di Podos. Alle tre si riparte , e dopo poco più di un ora si giunge a Gerico – Vera oasi in mezzo al deserto .- Piante di fichi,granate, aranci e palme – Il Governatore dà da mangiare al D.re estenuato, e promette una buona cena,che non si fa troppo lungamente aspettare –

Io mi corico senza aspettare né l’agnello né il pilat e dormo placidamente sino all’indomani alle 2 e mezzo.-

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