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Gazzetta Privilegiata – 2 Aprile 1845 – G. Lambertini – Opere a Locate

n. 92 – 1845                                                                                       MERCOLEDI’ 2 APRILE

GAZZETTA PRIVILEGIATA DI MILANO

 

Appendice

Pregiatissimo Signor Estensore,

Il soggiorno della signora Principessa Cristina di Belgiojoso, nata Marchesa Triulzi in Locate, che fu già negli anni scorsi contrassegnata dalla istituzione di considerabili pubbliche beneficenze, ha in quest’anno dato luogo alla attivazione di due stabilimenti, che per essere in questi luoghi affatto nuovi, meritano, a parer mio, di essere portati a cognizione del pubblico. Egli è perciò che io oso dirigere a Lei la presente, interessandola a volerla inserire nella sua Gazzetta privilegiata, dal che mi lusinga il sapere come Ella accolga con premura e si compiaccia di render pubblico tutto ciò che può contribuire al comune vantaggio.

Fino dal principio dell’inverno la signora Principessa aveva ideato l’erezione in Locate di un pubblico scaldatojo, dove potessero gl’individui, se non di tutto, almeno della maggior parte delle famiglie ond’è composta la popolazione del principale abitato del Comune di ripararsi dal rigore della stagione; e quanto alle donne, attendervi ben anche agli ordinarj loro lavori.

Questa idea fu ben tosto realizzata dietro le disposizioni da essa impartite, e corso appena il tempo necessario all’adattamento del locale venne infatto attivato lo scaldatojo in un ampia sala comodamente capace per 300 piazze, salubre per la sua esposizione a perfetto mezzogiorno, possibilmente guarentito [sic] dall’umidità, mediante un ben costrutto pavimento, assai bene ventilata, e con luca abbondantissima derivante da mole e larghe finestre munite di invetriate, illuminata la sera da molteplici lampade, e finalmente riscaldata colla maggiore regolarità da una stufa proporzionata alla vastità del locale. Lo scaldatoio è accessibile all’alba del giorno, e rimane aperto fino alle undici ore della sera. E’ inutile dire come tutte le famiglie de’ villici ed artigiani del paese ne abbiano a gara ricercato l’accesso, e tutti l’ottennero finché il permise la capacità del locale, di modo che fino dal primo giorno della sua attivazione lo scaldatojo ricoverò circa trecento individui che prima erano costretti a disperdersi in angusti tugurj, che tali possono chiamarsi le piccole stalle sparse per il paese eccessivamente, malsane per la loro ristrettezza, per l’umidità derivante dalla pessima loro costruzione, e per le fetide esalazioni che vi diffonde la permanente dimora delle bestie che vi sono ricoverata, e l’ammasso de’ loro escrementi frammisti a vegetabili che vi si lasciano imputridire.

Volle la signora Principessa che l’ideato stabilimento non solo offrisse un soccorso materiale al bisogno della indigenza, ma somministrasse altresì nel radunamento di quasi tutte le famiglie una favorevole occasione per ispirare a tutti in comunione i sentimenti di una reciproca ed amorevol fratellanza, per ravvivare in essi l’osservanza de’ principali doveri di religiorni e di società.

Ad ottenere questo scopo, prescrisse che apposite persone, fornite di sufficiente capacità e distinte per carattere e condotta, si prestassero a farvi in ore determinate della giornata lettura di libri adatti alla comune intelligenza, e vi si mantenesse la pratica delle solite preci segnatamente la sera prima di separarsi.

All’apertura dello scaldatojo tenne dietro una seconda filantropica e vantaggiosissima istituzione, quella cioé di una cucina economica eretta e mantenuta a spese della prefata signora Principessa, e collocata a lato dello scaldatojo suaccenato, dalla quale si dispensano giornalmente al mezzogiorno, e talvolta anche la sera, quante minestre vengono richieste, composte alternativamente di riso e pasta, frammisti a legumi o verdura, e condite con lardo, butirro [burro], olio, ecc. La quantità di ciascuna minestra è determinata alla capacità di un boccale, e si dà al prezzo di dodici centesimi 1, prezzo che andrà presto a diminuirsi riducendosi a soli dieci centesimi, dacché accrescendosi per le mote ricerche che se ne fanno, l’ordinaria distribuzione va a rendersi proporzionalmente minore il costo delle medesime. Il pagamento delle minestre che si somministrano, può farsi giornalmente, in fine d’ogni settimana,od anche maggior periodo di tempo, o a denaro che si raccoglie da persona a ciò delegata o con lavori di determinato prezzo, pei quali si somministrano dalla nobile istitutrice le materie prima, come sarebbe lino da filare, filo da tessere o far calze, tele da cucire, ecc.
E notisi che anche i prodotti di questi lavori sono già dall’animo benefico della signora Principessa destinati in prevenzione o a far parte delle abbondanti elemosine che per le si distribuiscono durante il corso dell’anno, o ad essere vendute al pure costo in occasione di sagre, o di altre circostanze che attirino affluenza di persone da’ luoghi circonvicini in paese, nella vista di fornir mezzi anche ai meno bisognosi di probbedersi con minor dispendio degli ogetti di lingeria, o di vestiario occorrente alle loro famiglie.

Per ben calcolare i vantaggi che devono emergere dalle sovraccennate istituzioni, è d’uopo por mente al depredamente a cui vanno generalmente soggette le campagne poste in vicinanza de’ luoghi abitati per l’arbitrio che prendonsi tratti da necessità i piccoli artigiani e giornalieri non appostati di procurarsi il combustibile per uso delle rispettive loro famiglie sui fondi altrui.

Ora cessando, o simmamente diminuendosi nella famiglie il bisogno di combustibile, chi non vede come tolto ogni pretesto alla devastazione delle piantagioni nelle limitrofe campagne, vada ad essere per l’avvenire più rispettata o guarentita [sic] l’altrui proprietà?

In questi paesi poi, ne’ quali l’agricoltura esige in diverse epoche anche l’opera materiale delle donne, considerabile esser deve per queste il risparmio del tempo che esse dovrebbero perdere giornalmente per l’apprestamento del cibo alle loro famiglie, e questo risparmio rinvengono nella distribuzione di una sana minestra ad un prezzo limitatissimo e facilmente scontabile. Si accresce quindi il giornaliero loro travaglio, del quale si aumenta proporzionalmente il prodotto,  e quindi maggiori divengono per ciascuna famiglia i mezzi onde provvedere ad una onesta sussistenza.

Tali sono i vantaggi diretti e reali, che a mio credere devono aspettarsi dalle due istituzioni sovraccennate, le quali non costituiscono forse, se non una piccola parte dei tratti esimj di beneficenza, che dalla nobil dama da più anni si diffondono in questo paese, che oltre al nobilitarlo col presceglierlo a suo soggiorno per non poca parte dell’anno, e collo stabilirvi la numerosa e scelta sua libreria, ed una delle migliori e più pregievoli raccolte di medaglie, Ella si mostra poi intensamente inclinata ad abbellirlo, non risparmiando perciò nè sagrificj, nè dispendio. Vi diffonde copiose elemosine, e pensa a provvedere a migliorare la condizione de’ bisognosi non solo, colle frequenti visite a domicilio, e colla caritatevole somministrazione de’ medicamenti, e di altri non iscarsi soccorsi, ma quella altresì degli altri abitanti di esso se altro non fosse col promoverne l’istruzione.

A questo proposito potrebbe esser fatta menzione, e della scuola infantile a tutte sue spese eretta e mantenuta già da più anni nella quale si tengono giornalmente ricoverati, cutoditi, alimentati ed istruiti cinquanta infividui delle più povere famiglie dell’età di due anni e mezzo ai sei, dell’altra scuola nella quale per di Lei ordine e col mezzo di una delle donne attinenti alla di Lei casa si istruiscono nei lavori donneschi le ragazze, che avendo tocco l’anno dodicesimo di loro età vengono a tenore de’ Regolamenti dimesse dalla scuola elementare; nè a ciò si limita l’istruzione delle suddette fanciulle, che anche nel leggere, scrivere e conteggiare sono assai bene ammaestrate da persona regolarmente abilitata a tale insegnamento, e finalmente e di quella che si fa per di Lei disposizione in giorni determinati della settimana a giovani di età superiore ai dodici anni per affrancarli nel leggere, scrivere e conteggiare, ed istruirli nei primi rudimenti dell’Algebra e Geometria, non che nei rami principali dell’Agraria. Ma queste istruzioni come che da più lungo tempo attivate sono già conosciute, e tutti hanno già avuto campo di calcolarne i vantaggi.

E qui non si limitano ancora i beneficj; ché la signora Principessa intenta sempre a procurare il ben essere di questi abitanti, h agià dato ordini positivi perché cominciando dall’anno corrente siano di mano in mano ricostrutte, e convenientemente adattate le case di sua proprietà, che servono ad uso di abitazione della maggior parte della popolazione in modo da renderle sane, ben ventilate, e capaci a soddisfare a tutt’i bisogni delle famiglie sceverandole da tutti gl’inconvenienti di insalubrità e di immondezza, che derivano dalla male ideata loro costruzione attuale. A quest’opera si è già posta mano sotto la direzione del sig. ingegnere architetto Maurizio Garavaglia, procurator generale della nobile signora, il quale, e per genio, e per zelo nell’adempimento delle di Lei disposizioni si mostra attivissimo e premuroso di ridurla al compimento.

Possa questo nobile esempio essere di emulazione a tutti i facoltosi possidenti di questo Distretto, nelle proprietà dei quali si veggono caseggiati mal proprj, insalubri ed abbisognevoli di una pronta ed utile riforma.

Dei porchi cenni che io ho fatti delle beneficienze che un’anima nobile e generosa sa versare a larga mano sopra la popolazione di un intero paese, ognuno può di leggieri arguire quanto vantaggio ridonderebbe allo Stato, se le premesse istituzioni venissero con eguale filantropia e generosità estese su tutta la sua superficie per opera di quelli ne’ quali abbondano i mezzi di poterle attivare.

Oh! quanto consolante sarebbe il veder sorgere e diffondersi una si nobil secondatrice delle paterne cure dell’Augusto Monarca, e feconda delle benedizioni di tutti coloro nei quali un sì palese miglioramento materiale e morale accrescerebbe, se fosse possibile, l’attaccamento al Regime da cui deriva.

Locate, il 27 marzo 1845

G.Lambertini.

Abbiamo accolto con vero piacere la relazione di tante e sì proficue beneficienze, colle quali l’illustre nominata Dama si rende oggetto delle benedizioni del povero, E poiché in essa relazione si accenna all’istruzione religiosa che la Principessa intende sia primissima sopra ogni altra cosa, noi diremo esserci venuto a cognizione ch’Ella stessa, dotta come è nella musica, amò d’istruire gran numero de’ suoi dipendenti nella difficile esecuzione dello Stabat di Rossini, che con meraviglioso effetto si cantò il Venerdì Santo, e con tutto l’impegno si diresse dalla prelodata Principessa che in quella esecuzione ricreava l’anima e la sua mente. Un improvviso Sonetto corse, dopo breve momento, per quelle sontuose sale, e noi lo riferiremo senza farvi il più lieve commento, perché la spontaneità con cui è scritto basta a raccomandarlo.

 

IN OCCASIONE DELLO STABAT MATER DI ROSSINI

Eseguito dalle giovinette di Locate

Io non credea che d’inesperta voce
Trar si potesse mai sublime un canto;
E pur l’udiva, e parea dolce tanto,
Che la memoria ancor dentro mi cuoce.

Fu l’effetto al pensier così veloce(1),
Che creduto l’avria opra d’incanto
Se testimon del ver, non era il pianto
Che fea tenore all’inno della croca.

Oh com’è il core a ognun restò conquiso!
Oh qual vi scese allor conforto e calma
Da quella note si pietose e scorte:

(2) Quando il Corpo fia dato in braccio alla morte
Deh! fa, Signor, che sa donata all’alma
La gloria de’ beati in paradiso

(1) Quindici giorni o poco più fu il tempo che s’impiegò dalla signora Principessa all’istruzione delle giovanette esecutrici, digiune d’ogni nozione musicale.
(2) Quando Corpus morietur, etc.

 

 

Note:

1. Come termine di paragone, un giornaliero, ovvero un lavoratore preso “alla giornata” dai fattori, guadagnava circa una lira al giorno.
Trasposto ad oggi, dodici centesimi potrebbero essere qualcosa come 2 euro. Può essere interessante notare che un numero della Gazzetta Privilegiata di Milano costava 5 centesimi, per cui circa metà di una minestra. Considerando che anche oggi un giornale costa 1 euro, i conti tornano. 

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