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Sandro Fortunati

Il guado del Var

By Approfondimenti


Saint-Laurent-du-Var

Al guado con i ‘gueyeurs’ (i traghettatori)

Fino al XIX secolo, l’attraversamento del fiume Var, privo di ponti, avveniva a spalla d’uomo.

Il ponte tra città di Saint-Laurent-du-Var e Nizza si chiama Pont Napoléon III (Ponte Napoleone III), in omaggio all’imperatore che riannesse Nizza alla Francia nel 1860. Bombardato durante la guerra nel 1943, fu ricostruito nel 1950.

Prima di essere in pietra, questo ponte era in legno. La sua costruzione risaliva al 1792. E prima del 1792, il fiume si attraversava a guado.

Nel 1763, arrivato sulle rive del Var, il medico inglese Tobias Smollett, il primo turista famoso di Nizza, raccontò: «Nel villaggio di Saint-Laurent, famoso per i suoi vini moscati, c’è una squadra di traghettatori sempre pronti a guidare i viaggiatori nell’attraversamento del fiume. Sei di questi uomini, con i pantaloni arrotolati fino alla cintola, con lunghe pertiche in mano, si presero cura della nostra carrozza e con mille deviazioni ci condussero sani e salvi all’altra sponda.»

È così che il fiume veniva attraversato da secoli. Lo storico nizzardo Edmond Rossi lo ha studiato in dettaglio. Riferisce che, fino al XV secolo, sulla riva si trovava un eremo dove i religiosi assicuravano il passaggio in barca ai pellegrini diretti all’abbazia delle isole di Lérins.

Nel XV secolo apparve la professione di «gueyeur». Il mestiere consisteva nel portare i viaggiatori a spalla d’uomo. Mettendosi in più persone, portavano anche le carrozze.

Ogni mattina, i gueyeurs sondavano il fiume, lo ripulivano da rami e detriti, e piantavano pali nei punti più sicuri. Il mestiere richiedeva forza fisica, ma anche… moralità. Si possono infatti immaginare le tentazioni suscitate dal trasporto a spalla delle belle viaggiatrici!

Ci furono abusi, furti, stupri, truffe. Alcuni gueyeurs furono imprigionati.

La professione dovette organizzarsi. Nel 1758, ne fu incaricata un’impresa privata.

Fu firmata una convenzione. Gli uomini dovevano essere «giovani, vigorosi e saggi, tenuti a vestirsi in modo da evitare ogni scandalo e ogni indecenza». Fu adottato un codice di condotta:

  • È necessario che i gueyeurs siano persone scelte e timorate di Dio,
  • che frequentino i sacramenti e facciano la Pasqua ogni anno,
  • che indossino un grembiule attorno alla cintola,
  • che abbiano pudore e onestà verso le persone di sesso femminile (sic),
  • che siano caritatevoli verso i poveri e trattabili verso gli altri,
  • che non siano abbrutiti dal vino per non annegare e annegare gli altri.

Così si attraversò il Var per secoli. Victor Hugo o Alexandre Dumas ne danno testimonianza.

Ci furono anche eserciti interi che dovettero attraversare il fiume.

  • Nel giugno 1538, fu costruito un ponte di barche per far passare i 700 lancieri e 200 cavalieri della scorta di Francesco I, venuto a firmare la Pace di Nizza con Carlo V.
  • Nel marzo 1629, lo stesso per l’attraversamento dei 10.000 cavalli e 12.000 fanti del duca di Guisa.
  • Nel 1691, le armate di Luigi XIV attraversarono il Var al guado di Gattières per andare a combattere il duca di Savoia.
  • Nel 1744, l’esercito spagnolo venuto ad affrontare il Regno di Piemonte-Sardegna edificò passerelle di legno da un isolotto all’altro in mezzo al fiume.

Il 29 settembre 1792, il generale d’Anselme fece attraversare l’esercito rivoluzionario francese a guado e a nuoto. Uomini e cavalli furono trascinati via dalla corrente. Anselme decise che bisognava costruire un vero ponte di legno. Sarebbe stato il primo ponte sul Var. Per costruirlo, tutta la foresta vicina fu abbattuta.

Da quel momento, si poté attraversare il Var all’asciutto. Non ci sono più gueyeurs. Si è dimenticata persino l’esistenza del mestiere. Solo oggi, una scultura di Susan Ledon, vicino al fiume, ne perpetua il ricordo. La parte romanzesca dell’attraversamento è finita.

(Probabilmente nel 1828 i gueyeurs esistevano ancora, oppure era rimasta ancora la pratica del traghettatore “a cavalluccio” visto che Cristina li sfruttò per evitare il ponte e passare inosservata sull’altra riva. Nota: Sandro Fortunati)

Autore: ANDRÉ PEYREGNE


“Giovani, vigorosi, vestiti in modo decente e timorati di Dio”

Le tariffe per l’attraversamento del Var, naturalmente, sono evolute nel tempo. Riguardavano sia gli uomini e le donne che gli animali e i carichi.

Nella sua opera Ponts et merveilles sur les ponts du Var (Édition Serre), la storica Colette Bourrier-Raynaud le indica per il XIV secolo:

  • denaro per vacca,
  • denaro per persona o per cavallo senza carico,
  • denari per carico di mirtilli,
  • denari per cavallo carico, o per ogni gregge di trenta capre, maiali o pecore,
  • denari per ogni carico di salumi, spezie, fustagno, cordame, pelli.

Era prevista la gratuità per i poveri e per i residenti che trasportavano quotidianamente viveri. I frodatori rischiavano una multa e la confisca dei loro animali.


Fonte: Articolo Saint-Laurent-du-Var Au gué les gueyeurs !
Pubblicazione: Nice-Matin (Cannes)
Autore: Nous@nicematin.fr

Aldobrandino Malvezzi

By Altri, I Personaggi

Aldobrandino (Lodovico Giovanni Giuseppe Maria) Malvezzi de’ Medici, figlio di Nerio (1856-1929) e di Costanza Trotti Bentivoglio (1855-1937), nasce il 26 maggio 1881 e muore a Firenze il 22 gennaio 1961. Dottore in belle lettere e discepolo di Giosué Carducci. Professore all’Università di Firenze, facoltà di Scienze Politiche, con la cattedra di Storia e Politica Coloniale. Laurea ad honorem in filosofia dall’Università di Bologna.
Nel 1903 partecipa alla missione Schiaparelli a Luxor e a Tebe, in Egitto. Numerose sono le pubblicazioni tra le quali: “Il risorgimento italiano in un carteggio di patrioti lombardi” (1924); “Il diario politico di Margherita Provana di Collegno” (1926); “La principessa Cristina di Belgioioso” (1936). La pubblicazione di “L’Italia e l’Islam in Libia” (1913) gli frutta la chiamata dal nuovo ministero delle colonie. Partecipa alla Prima Guerra Mondiale e, una volta conclusa, continua ad occuparsi di studi islamici che lo conducono alla libera docenza in politica e legislazione coloniale nel 1934.
L’11 gennaio 1920 sposa a Firenze Luisa Strozzi, figlia di Pio Luigi e della contessa Rita Frenfanelli (20/08/1896-17/01/1978).

Nel 1925, unitamente ad altri intellettuali bolognesi, firmò il manifesto redatto da Benedetto Croce dal titolo «Una risposta di scrittori, professori e pubblicisti italiani, al manifesto degli intellettuali fascisti». Fu pubblicato ne “II Mondo” l’1 maggio 1925.

Nel 1931 vende il palazzo di via Zamboni 13. Parte della ricca biblioteca fu donata all’Archiginnasio. Un’altra parte fu ceduta alla biblioteca del senato a Roma.

 

Dal sito : https://www.storiaememoriadibologna.it

Diario di viaggio

By evidenza, In Prima Pagina
Diario di viaggio – Dal 29 settembre 1851 all’8 maggio 1852.

Cristina scrisse un diario durante il suo soggiorno turco. Si può dividere in due parti. Nella prima parte c’è un diario di un viaggio da Costantinopoli al suo nuovo possedimento di Ciaq Maq Oglù. Nella seconda parte c’è il racconto del viaggio fino a Gerusalemme.

Nella sua ultima lettera a Tommaseo scisse che pensava di pubblicarlo, ma purtroppo morì prima di riuscirci.

Nei suoi documenti passati alla figlia e in seguito ai suoi discendenti è presente un testo scritto a mano, non di pugno della principessa. Presso altri discendenti ho trovato un altra copia dattiloscritta. Forse qualcuno voleva attuare i voleri di Cristina ma non lo fece mai.

Qui troverete la trascrizione della copia scritta a mano. A poco a poco lo pubblicherò tutto. Abbiate pazienza.

Sandro Fortunati

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Les Précieuses ridicules

By Approfondimenti, Estratti, news

La vita della principessa non era solo incentrata su beneficienze, filantropia, sovvenzioni ad insurrezioni, testi religiosi…
Riporto qui un estratto “leggero” , di eventi quotidiani con sfondo anche divertente.

Da “Ricordi nell’esilio”

Debbo divi amica mia ( Caroline Jaubert, ndr) (…), tutto ad un tratto tor­nai addietro di qualche anno, a quella giornata in cui imma­ginammo, voi ed io, di imparare al mattino Les Précieuses ridicules (1), e di recitare la commedia la sera medesima. Avvenne in campagna, alla Jonchère, presso St German, ve ne ricordate? Quel giorno (non so perché), ritenevamo di essere al riparo dai visitatori.. Abbiamo messo assieme dei costumi invero­simili; il povero conte d’Ar ., morto poi così tristemente, era Mascarille improvvisato. Non aveva trovato altro mo­do di farsi un davantino che con una calza di seta; quanto al rosso, non volle rinunciarvi: cercato inutilmente sulle no­stre tolette, si era deciso a schiacciarsi sulle gote un tubet­to di polvere dentifricia. Con quali risate l’accogliemmo!; e la mia giovane milanese Eleuteria che, come dicevate iro­nicamente, aveva la fisionomia dolce e gaia dell’imperatore Nerone, la vedeste entrare, tinta di nero, per interpretare l’importante personaggio d’Almanzor di cui non seppe mai ritenere la parte, per quanto fosse di due righe.

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La caduta durante un valzer….

By Approfondimenti, news

27 Gennaio 1836

Ballo della Regina

Carpeaux, Jean-Baptiste, Musée du Louvre, Département des Arts graphiques

È un piccolo ballo, come si dice a corte, quello dato sabato scorso ( 23 gennaio 1836, ndr) dalla regina alle Tuileries; questo piccolo ballo è composto ordinariamente di seicento persone, e le più ricche toilettes, ispirate da Psiche, dai fiori e dalle piume raccolte e sistemate da Maurice Beauvais, sono riservate per queste serate di famiglia. Le si rivede poi nei grandi balli dove dominano le spalline rosse e i pantaloni bianchi della nostra guardia civica.

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Laprade e la principessa di Belgiojoso

By Approfondimenti, news

 

La storia è quasi incredibile: lui aveva trentuno anni, il suo poema Psyché gli aveva attirato i consensi più lusinghieri; il suo volto era di elegante distinzione e portava dalla sua provincia il capitale intatto della giovinezza e dell’entusiasmo. Lei aveva trentacinque anni, principessa autentica, separata dal marito, e si impegnava a giustificare il suo soprannome di bella e gioiosa.

 

 

 

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La fuga verso Parigi

By Approfondimenti, Estratti, news
Un momento importante per Cristina fu la decisione di fuggire verso la Francia nel novembre del 1830.
Da quel momento inizia il suo esilio francese e il suo soggiorno stabile a Parigi, in cui rimarrà circa dieci anni.
Riporto qui di seguito il racconto di Aldobrandino Malvezzi, autore dei tre volumi biografici forse più importanti di tutti. Malvezzi era un parente acquisito della principessa, essendo figio di Costanza Trotti Bentivoglio, figlia della prima moglie di Ludovico Trotti, marito di Maria Belgiojoso , figlia di Cristina. Praticamente era un nipote acquisito.
Aveva avuto un accesso diretto alla nonna Maria ed a tutte le sue carte di famiglia. Documenti che poi si sono persi o in ogni caso non sono più attualmente reperibili.
E’ il racconto base da cui poi tutte le successive biografie hanno preso spunto.

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Donne esploratrici – RaiPlay

By video

Donne esploratrici – Rai Play

Nobildonna, patriota, scrittrice e viaggiatrice, Cristina Trivulzio di Belgiojoso ha vissuto da protagonista gli anni del Risorgimento italiano. Ha intessuto contatti con i grandi personaggi dell’epoca, tenuto salotti mondano-politici a Parigi, organizzato un battaglione a Napoli per partecipare alle Cinque Giornate di Milano, fatto erigere asili e scuole nel milanese, diretto gli ospedali romani durante gli scontri del 1948. Proprio dopo la caduta della Repubblica Romana, costretta all’esilio, la Belgiojoso lascia l’Italia e viaggia in Asia minore, dove crea un’azienda agricola e scrive i resoconti dei suoi viaggi.

Vita di Cavour – 1967 – RaiPlay

By video

Con la regia di Piero Schivazappa

Vita di Cavour

1967
La vita dello statista Camillo Benso di Cavour, interpretato da Renzo Palmer, viene ripercorsa rigorosamente nelle puntate di questo sceneggiato andato in onda dal 5 marzo 1967. Per il soggetto Giorgio Prosperi ha attinto a documenti d’epoca, discorsi ufficiali e atti parlamentari, con una resa finale, garantita anche dalla regia di Piero Schivazappa, ben lontana dalla storia romanzata.
  • Regia: Piero Schivazappa
  • Interpreti: Renzo Palmer, Evi Maltagliati, Maria Grazia Marescalchi, Mario Chiocchio

https://www.raiplay.it/programmi/vitadicavour

 

 

Cristina a Mignet- 13 Aprile 1848

By Le sue lettere, Mignet

Milano, 13 Aprile 1848

Mio caro amico,

Le tue due lettere mi sono state inviate da Napoli a Milano, dove mi sono recata con la massima fretta non appena ho ricevuto la notizia della nostra gloriosa rivoluzione. Sì, amico mio, lo sapete ora: la popolazione della Lombardia è stata eroica, e ha compiuto in cinque giorni ciò che si pensava fosse incapace persino di tentare. Ora è il turno di tutta l’Italia di dimostrare che gli insegnamenti degli ultimi trent’anni non sono stati vani per lei, e sta adempiendo magnificamente a questo dovere. Si può dire senza esagerare che tutto il sud della penisola si riversa verso il nord. Forse sapete che circa duecento volontari napoletani hanno voluto seguirmi a Milano e riconoscermi come capo della spedizione. Me la sono cavata abbastanza bene dalla mia delicata missione e ho fatto sì che i capi militari mi supplicassero di non allontanarmi dalla colonna perché solo io potevo mantenere la disciplina tra questi cervelli cosparsi di polvere da sparo. Sfortunatamente ho dovuto consegnarli all’autorità competente al nostro arrivo a Milano e allora l’insubordinazione è iniziata; ho dovuto intervenire ecc. Infine sono partiti per raggiungere l’esercito e ho appena ricevuto ottime notizie del loro ardore e del loro coraggio. Altre colonne di volontari hanno seguito e il Re di Napoli ha fatto partire 10.000 uomini di fanteria e 3000 cavalleria. Le truppe romane comandate dal Generale Durando sono 15.000. È una vera crociata, e l’aspetto di questi uomini così diversi per volto, linguaggio e abbigliamento, ma i cui petti sono generalmente coperti da una grande croce, ha qualcosa di toccante e solenne come la rappresentazione di una scena antica. I giornali vi diranno come sono stata accolta a Milano; dalla barriera fino al Palazzo del Governo ho camminato in mezzo a una folla di persone di tutte le classi, tra diversi corpi di guardie nazionali accompagnati dalle delegazioni della piazza, della Guardia nazionale e del Governo Provvisorio e salutata da continui gridi di gioia. Arrivata al Palazzo del Governo, il popolo mi ha chiamata due volte sul balcone, e quando sono apparsa, l’espressione della sua gioia è stata tale che ho perso completamente il controllo di me stessa e non ho trovato di meglio che mettere la testa tra le mie due mani e piangere come un bambino. Tutti mi esortano a non allontanarmi da qui prima che il nostro destino sia deciso, e credo di dovermi conformare al desiderio generale.

Il nostro primo passo è stato un grande trionfo, ma potremmo ancora incontrare delle sconfitte. Non è, in realtà, l’esercito austriaco che mi spaventa, ma lo spirito del paese. Il partito repubblicano è molto forte in Lombardia. Sai che sono incline a questa forma di governo, che permette comunque agli spiriti superiori di esercitare tutta l’influenza di cui possono impadronirsi. La repubblica non mi fa paura, e non mi ripugna affatto. Ma abbiamo bisogno di unità e forza. Il sud Italia è preoccupato dall’idea di formare una sola nazione e uno stato unico, tanto che se noi diamo l’impulso, la Toscana, Napoli e forse Roma si uniranno a Carlo Alberto. Se invece ci erigiamo in repubblica, ogni città che componeva il Regno Lombardo-Veneto si separerà dal tutto e formerà uno stato proprio. Genova si distaccherà dal Piemonte, e una volta stabilito che l’obiettivo verso cui l’Italia deve tendere è la federazione e che una federazione di venti stati è altrettanto valida di una federazione di dieci, non c’è ragione per cui due città debbano restare unite. Quanto alla possibilità di mantenere unite centinaia di città ognuna con i propri interessi e la propria esistenza separata, è una chimera alla quale né tu né io ci lasceremo ingannare! Capisci, amico mio, quanto una voce influente e amata possa essere utile in questo momento. Rimarrò quindi qui, scriverò, parlerò, non trascurerò nulla per portare il mio paese alla soluzione che desidero con tutto il cuore, alla sua unione con il Piemonte. Se Thierry fosse stato ragionevole, se non avesse avuto un’ostinazione assurda nel rimanere a Parigi a ogni costo, avrei fatto una breve assenza da qui per andarlo a prendere. E veramente, quando leggo i suoi rifiuti ripetuti di venire ad unirsi a me, non posso fare a meno di temere che la sua ragione non abbia sofferto. A chi e a cosa rende servizio rimanendo a Parigi? Con ciò che gli rimane, vivrà a Parigi una vita di privazioni mentre qui potrebbe vivere come un grande signore. Anche io potrei essere utile qui, cosa impossibile durante il suo soggiorno a Parigi. A Parigi, inoltre, è esposto a assistere a scene tristi; forse anche a recitarvi un ruolo. Lo lascio alle sue manie finché credo che la cosa non sia pericolosa per lui; ma se l’orizzonte si fosse oscurato, farei un salto da Milano a Parigi, impacchetterei il mio testardo cieco e lo porterei a casa mia. Per quanto riguarda te, amico mio, capisco le tue risoluzioni. Finché credi di poter rendere qualche servizio al tuo paese hai ragione a non pensare di andartene.

Ricorda però che c’è una circostanza in cui ci si perde senza alcun vantaggio per nessuno, e se dovesse presentarsi quel caso, vieni a unirti a me. So che riuscirai a vivere comodamente con la tua penna; salirai di nuovo in una soffitta, non ne dubito affatto; ma non vedrai con indifferenza il tuo paese compiere atti che ti sembreranno biasimevoli e che feriranno le tue idee di dovere, di convenienza, eccetera. Parlerai liberamente, apertamente, e se gli animi sono irritati li irriti ancora di più, a tuo rischio e pericolo. Questo è ciò che temo per te, e che ti supplico di evitare. Resta al tuo posto finché la tua presenza può essere utile al tuo paese; ma se il male prende il sopravvento, non affaticarti a cercare di contrastarlo, e non ti abbandonare ad esso. Avvicinati alla riva, metti piede a terra, e aspetta qualche istante il ritorno della calma. Che la tua riva sia l’Italia; che sia Milano, Locate, il focolare della tua amica. Passeremo ore tranquille e dolci, parlando del passato, del presente e del futuro, scambiando rimpianti, giudizi, speranze, e troveremo un accordo migliore di quanto non facessimo finora; perché i nostri vecchi argomenti di discussione sono scomparsi di fronte al giudizio dei fatti. La saggezza di Luigi Filippo, la stabilità della monarchia, l’insufficienza dei partiti e dell’opposizione, sono tesi bandite dal più grande dei dottori: il risultato. Mentre parleremmo, gli animi si calmeranno, e ti restituirei la tua libertà quando non correrà più alcun rischio altrove che da me, e per quanto riguarda le discussioni sulla politica, c’è un capitolo della tua professione di fede su cui non posso trovarmi d’accordo con te. Insisti sulle due camere. E perché? Cos’è una Camera dei Pari dove non c’è più aristocrazia? Ho contribuito fortemente a suscitare l’avversione dei miei concittadini contro la doppia legislatura e a Napoli l’abolizione dei Pari è diventata una condizione indispensabile per la durata di un ministero. Avrete solo una camera in Francia, ne sono certo. Qui c’è una grande disgrazia: l’aristocrazia e il Governo Provvisorio formano da soli tutto il partito Piemontese, mentre il popolo, la classe media e la gioventù sono repubblicani. Sono per il Piemonte, ma non posso sopportare di trovarmi con il partito Piemontese, e d’altra parte, i repubblicani (non la repubblica) hanno tutta la mia simpatia.

Addio, mio caro amico. Tienimi informato su ciò che ti riguarda, ti prego, e non lasciare mai che una nuvola si frapponga tra te e me. La tua amica devota,

Christine

Il fratello del povero Stelzi ha combattuto come un leone e ha perso la vita colpito da un proiettile nell’addome. Questa triste notizia ha dato un terribile colpo al mio malato, che tuttavia inizia a riprendersi.


Nota: L’originale in francese di questa lettera è stata trascritta circa cinquanta anni fa dalla professoressa francese Kniebiehler che me le ha gentilmente spedite molti anni fa.

Arrivo di Cristina a Milano – 7 aprile 1848

By Le sue lettere, Thierry

Locate , 7 aprile 1848

Caro fratello,

Sono arrivata a Locate da due giorni e ieri ho fatto il mio ingresso a Milano, nella mia libera città di Milano. Posso chiamarlo veramente il mio ingresso, come vedrai. Dovevo entrare dalla Porta Romana e, a pochi passi da lì, sono stata raggiunta da un deputato dello stato maggiore e un deputato della guardia nazionale. Sono scesa dalla carrozza e, offrendo il braccio a uno di questi signori, seguita dai miei volontari napoletani, mi sono avvicinata alla barriera. Lì mi attendeva un deputato del governo provvisorio.

Mi ha fatto una paternale al quale ho risposto; poi abbiamo proseguito il nostro cammino, seguiti e preceduti dalla guardia nazionale di tutti i quartieri e accolti dalle grida di gioia dell’intera popolazione. Siamo così arrivati fino al palazzo del governo dove i membri del governo provvisorio sono venuti incontro a me fino al cortile del palazzo. Arrivata in cima, il popolo mi ha chiamato al balcone due volte, e ogni volta c’erano trasporti di gioia, grida, lancio di cappelli in aria, applausi, un entusiasmo tale che mai il popolo milanese ha mostrato qualcosa di simile. Non sono mai stata così commossa, amico mio, e la giornata di ieri mi ha ricompensato ampiamente di tutti i disagi che ho subito finora per il mio liberalismo. Tutti, compresi i membri del governo provvisorio, mi spingono ad andare a stabilirmi a Milano, per esercitare un’influenza benefica, e è quello che farò già domani. Tanta soddisfazione personale non è priva di una certa preoccupazione patriottica.

Lo spirito repubblicano è potente in Lombardia e temo che C. A… (Carlo Alberto, ndr), con la sua lentezza, abbia giocato la carta più bella del mondo. Lavorerò per lui, cioè per l’unità e la forza del mio paese; ma temo di essere sconfitta e non voglio rischiare troppo, perché non voglio perdere la fiducia del mio paese ad ogni costo. Gli Austriaci tengono ancora Mantova, Verona e Peschiera, ma qui non li temiamo più. E tu, che fai, amico mio? Se vuoi seguire il consiglio che ti ho dato nella mia ultima lettera, scrivimi una parola e verrò a prenderti per riportarti qui. In caso contrario, non lascerò Milano finché tutto non sarà finito. Addio, caro fratello, mille e mille affetti.

Cristina.

Parco 8 marzo

By Senza categoria
Mi ero perso questa citazione di Cristina e la riporto con un anno di ritardo.

L’8 marzo dello scorso anno (2023) era stato inaugurato il Parco 8 marzo a Porta Vittoria. Non sapevo che contenesse una “porta” con una incisione riportante la famosa frase di Cristina sulle donne, riportata anche sul retro della statua di Piazza Belgiojoso .

La frase è “Vogliano le donne felici e onorate dei tempi a venire rivolgere tratto tratto il pensiero ai dolori e alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita”

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Le cinque giornate di Milano – Fiction del 1970

By video

Le cinque giornate di Milano è una miniserie televisiva trasmessa su Rai 1 nel 1970, composta da 5 puntate. Diretta da Leandro Castellani, è stata scritta da Leandro Castellani e Luigi Lunari, che si erano avvalsi della consulenza storica di Franco Valsecchi e Luigi Ambrosoli e, per le ricerche storiche, di Francesco Rocchi.

Non parla di Cristina ma può essere una simpatica divagazione e un salto indietro nel tempo, sia per il video in bianco e nero degli anni ’70 , sia per il contenuto…

La repubblica romana del 1849 – Rai Storia

By video
La Repubblica Romana del 1849, un capitolo della nostra storia ripercorso nelle due puntate di Cristoforo Gorno e Sergio Leszczynski, con la regia di Luigi Montebello e Graziano Conversano.

Gorno incarna l’ideale figura di una specie di inviato incaricato di seguire una irripetibile vicenda politica: la nascita e la fine della Repubblica Romana, primo esperimento di democrazia costituzionale nella nostra Penisola (molti articoli di quella Costituzione hanno ispirato quelli della nostra Repubblica). Gorno racconta dai luoghi in cui sono davvero avvenuti i fatti (Palazzo Colonna, palazzo della Cancelleria, il Campidoglio, il Quirinale, tutta l’area del Gianicolo).

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Cronologia della vita di Cristina

By Senza categoria
Cronologia della vita di Cristina

Nascita di Cristina

28 giugno 1808

Muore il padre Gerolamo Trivulzio

17 settembre 1812

Sposa Emilio Belgiojoso

24 settembre 1824

Si separa dal marito Emilio

Emilio la tradisce ripetutamente. Al momento della rottura con Cristina amante del momento era Margherita Tealdi Ruga.

Novembre 1828

Conosce Augustin Thierry

Il 20 novembre era a Saint Laurent sur Var. Questo fu il famoso momento in cui varcò il fiume a cavallo e lasciò l’Italia senza passaporto dando inizio al suo esilio francese. Si fermò nel sud della Francia, a Carquerainne dove conobbe una persona chiave per il suo futuro: Augustin Thierry. Aveva scelto quel luogo perché gliel’aveva consigliato il Dottor Jacob d’Espine, incontrato in Svizzera.

Novembre 1830

Arrivo a Parigi

Appena arrivata alloggiò all’Hotel de Bath in rue de Rivoli (angolo rue Cambon) ma dopo pochi giorni fu costretta a lasciarlo perché troppo costoso. I suoi beni erano stati congelati e in quel momento non aveva di che sperperare. Passò così in un una camera nel quartiere di Beaujon (vicino all’arco di trionfo, in fondo ai Champs Élysées ) e poi al quarto piano di rue Neuve de la ferme des Mathurins. Quest’ultima via successivamente cambiò nome e fu modificato il suo percorso. Oggi è diventata rue Vignon e si trova proprio di fianco alla chiesa della Madeleine

7 maggio 1831

Muore la madre Vittoria Gherardini

2 agosto 1836

Concerto-duello in casa di Cristina

Duello tra Liszt, Thalberg, Pixis, Henri Herz, Czerny et Chopin. In seguito la morte di Bellini (23 settembre 1835) Cristina volle rendergli omaggio organizzando un concerto a scopo benefico, durante il quale si sarebbe dovuta suonare una serie di variazioni, a opera di sei musicisti, su un brano dell’artista scomparso. La principessa prese accordi con Franz Liszt e gli affidò la direzione del lavoro. La proposta cadde su un tema tratto dai Puritani, ultima opera del compositore. Il lavoro venne denominato Hexaméron e rappresenta l’omaggio del mondo musicale parigino al musicista catanese. ( Youtube )

28 marzo 1837

Nasce la figlia Maria

Nel piccolo paese di Plessis Chamant, appena fuori Parigi, Cristina dà alla luce la piccola Maria. E’ illegittima e viene quindi registrata come figlia del suo segretario Pierre Bolognini Bianchi e della moglie Joséphine Gelinski, domiciliati in Rue d’Anjou St. Honoré 23, Parigi.

23 dicembre 1838

Vacanza in Gran Bretagna

Ho affittato per sei mesi un piccolo castello nei dintorni di Kenilworth e ho trasferito lì la colonia della rue d’Anjou. Anche mio fratello è con me. Tre dei miei cugini stanno viaggiando per l’Inghilterra e a volte li accompagno nelle loro escursioni. Il resto del tempo lo trascorro al riparo dalle visite. Nessuno viene a passare la giornata da me senza preavviso. Non parlo più; cammino e leggo.

Cristina a Liszt – 9 giugno 1839

Maggio 1839

Ritorna a Parigi

Ritorna Parigi, ma solo per pochi mesi. il 9 luglio 1840 riparte per Bruxelles per poi continuare verso Ems.

(25) novembre 1839 - Parigi

Ems - Germania

Nel tragitto verso casa si fermò ad Ems in Germania, per “fare le acque”. Alloggiò all’Hotel “Englischer Hof” in Römerstrasse 46, ancora esistente (oggi la città si chiama Bad Ems). Dai registri dell’albergo risulta che alloggiasse insieme alla “Prinz. Tochter” (ovvero alla “figlia della principessa”), alla sua protetta Madame Gaulard, a “Valentina Visconti” (sua sorella Giulia Visconti d’Aragona), a Eleuteria Pio e al suo amico Maurice Exelmans (1816-1875) , figlio di un maresciallo Napoleonico. Il giovane ufficiale di marina rimase con lei almeno fino al 7 dicembre 1840, a Locate.

18 Luglio 1840

Ponte Tresa - Ritorno in Italia

Cristina rientra in Italia, dopo dieci anni di esilio. Ad accoglierla c’è la sua amica Ernesta Bisi :

“Ore sette antim.

Cara Ernesta, siamo presso il contadino che ti porta queste righe. Vieni subito sulla strada, perché non abbiamo tempo di fermarci più di un minuto”

4 settembre 1840

Intelligenza artificiale

By evidenza, La galleria, news

Non potevo esimermi dal “giocare” con la potenza dell’intelligenza artificiale.
Certamente non possiamo fare un salto nel tempo e vedere il vero viso di Cristina ma possiamo però cercare di approssimarlo al meglio, a partire dai suoi ritratti.
Ecco qui sotto un esempio fatto al fianco degli originali del Lehmann , di Hayez e di Chiappori.

Lascio a voi il giudizio..

 

Mary Elizabeth Clarke Mohl

By Amici
Mary Elizabeth Mohl o Mary Elizabeth Clarke (22 febbraio 1793 – 15 maggio 1883) è stata una scrittrice britannica nota come padrona di salotto a Parigi. Era conosciuta con il soprannome di “Clarkey”. Era ammirata per la sua indipendenza e conversazione. Alla fine sposò l’orientalista Julius von Mohl. Era un’ardente filofrancese, una femminista e un’amica stretta di Florence Nightingale. Scrisse dei suoi interessi nella storia dei diritti delle donne.

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Anadolu’da Bir Devrimci Prenses – Di Zeynep Oral / Biografia in lingua turca

By biografie, evidenza, news

La principessa Cristina Trivulzio Belgiojoso è una donna che lottò per la libertà della donna, l’unità, l’integrità e l’indipendenza del Paese nell’Italia del 1800, indipendentemente dalla sua identità “nobile” e dal suo ordine patriarcale. Trascorre la sua vita in esilio e lotta per il bene dei suoi ideali, che chiama “la mia ragione di vita”, ma non si arrende mai. Sostiene i suoi compagni fino all’ultimo centesimo, pubblica articoli e distribuisce volantini. L’Anatolia accoglie la principessa Cristina, rifugiatasi nell’impero ottomano negli anni in cui l’oppressione nel suo paese raggiungeva l’apice. Trova pace nella fattoria da lui fondata a Safranbolu, che chiama “casa”.

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19 NOVEMBRE 2022 Cortile della Rocchetta, Castello Sforzesco, Milano

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Sabato 19 NOVEMBRE 2022, ore 16.00 Cortile della Rocchetta, Castello Sforzesco, Milano I piano, Sala della Balla

Fondazione Trivulzio e Bookcity Milano 
invitano al dialogo con l’autrice sul tema “una protagonista dell’italia moderna, Cristina Trivulzio di Belgiojoso dal Risorgimento all’Unità nazionale”
di Karoline Rörig ( Scalpendi Editore, Milano )

Locandina invito

Presentazione della biografia di Cristina di Karoline Rörig

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Giovedì 27 ottobre 2022, alle ore 17.00, presso la sede e sul canale Facebook della Biblioteca di storia moderna e contemporanea, sarà presentato il volume Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Storiografia e politica nel Risorgimento di Karoline Rörig (Scalpendi, 2021).

Saluti: Patrizia Rusciani.

Intervengono: Catherine Brice e Marina Formica.

Coordina: Giuseppe Monsagrati.

Sarà presente l’autrice.

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Giorgia Meloni e Cristina

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Giorgia Meloni ringrazia Cristina nel suo discorso alla Camera del 25 Ottobre 2022:

«Con una donna premier si è rotto il pesante tetto di cristallo», ha detto Giorgia Meloni nel suo discorso per chiedere la fiducia alla Camera, citando poi un Pantheon tutto al femminile di donne da omaggiare, elencate solo per nome: «Ringrazio le donne che hanno osato, per impeto, per ragione per amore, come Cristina, Rosalie dei Mille, come Alfonsina contro il pregiudizio, come Maria o Grazia che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese. E poi Tina, Nilde, Rita, Oriana, Ilaria, Maria Grazia, Fabiola, Marta, Elisabetta, Samantha e Chiara. Grazie! Grazie per aver dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io».

Le donne citate dalla Meloni , su ansa.it

Spettacolo alla Triennale di Milano

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La prima donna d’Italia. Cristina Trivulzio di Belgioioso

11 Ottobre 2022, Ore 20:00

Spettacolo inedito a favore di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro che racconta la vita di Cristina Trivulzio di Belgioioso, la principessa rivoluzionaria eroina del Risorgimento italiano. Lo spettacolo è una produzione Théâtre Francophone sans Frontières firmata dal regista Omar Nedjari e dalla drammaturga Francesca Sangalli. Vede, nel ruolo della protagonista, Aphrodite de Lorraine e, accanto a lei, nei panni dell’amica e confidente Ernesta Legnani Bisi, Sandra Zoccolan. Il racconto è accompagnato dalle note del pianoforte di Riccardo Munari.

Crediti

Spettacolo promosso da Fondazione Trivulzio in favore di AIRC. La pièce rientra tra le iniziative promosse in occasione della campagna Nastro Rosa che, per tutto il mese di ottobre, sensibilizza sull’importanza della prevenzione e della raccolta fondi a favore della ricerca sul tumore al seno.

https://triennale.org/eventi/trivulzio-belgioioso-airc-ricerca

Sky Arte – Cristina Trivulzio di Belgiojoso, la prima italiana

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Documentario di Sky arte messo in onda in occasione della posa della statua di cristina in piazza Belgiojoso a Milano.

Link a Sky Arte

“Oggi, a 150 anni dalla morte, una statua la ricorda. Siamo entrati nella casa-atelier dello scultore Giuseppe Bergomi, in provincia di Brescia, per seguirne tutte le fasi di creazione. E abbiamo ripercorso l’attività di Cristina, varcando le soglie di musei e residenze nobiliari che ne conservano traccia.

La donna che decise il suo destino: Vita controcorrente di Cristina di Belgioioso di Pier Luigi Vercesi

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Le biografia continuano ad essere pubblicate e si può facilmente pensare che sia inutile continuare a ripetersi.
In questo caso sono contento di questa uscita perché l’autore è riuscito a raccontare la storia di Cristina in modo molto scorrevole e leggero pur mantenendo una serietà ed una correttezza delle informazioni riportate.
Attraverso i vari personaggi che sono gravitati attorno a lei, Vercesi riesce a ritrarre la sua vita più dal lato personale che dal lato storico, pur citando ovviamente i libri, articoli ed altro.
Vercesi è un giornalista del Corriere della Sera, ed è un appassionato della storia di Cristina da decenni.

Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Storiografia e politica nel Risorgimento di Karoline Rörig

By biografie, news
Cristina Trivulzio di Belgiojoso.
Storiografia e politica nel Risorgimento
di Karoline Rörig

Traduzione dal tedesco della biografia del 2013 di questa autrice tedesca, appassionata di Cristina dai tempi del suo dottorato. Volume tradotto e pubblicato grazie alla Fondazione Trivulzio.
Questo volume è sicuramente la biografia più aggiornata e precisa dal punto di vista delle note, delle fonti, delle informazioni politiche, giornalistiche e letterarie pertinenti alla vita della principessa.
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